Setsuko Thurlow, una vita per la pace
05/12/2022
Di Cecilia Brunetti
“Ognuno di noi stia in guardia dalla banalità del male”. Questo è il grande insegnamento di Setsuko Thurlow, hibakusha e attivista per la pace, una figura centrale per il movimento mondiale contro le armi nucleari. Con questo approfondimento si inaugura una nuova rubrica su donne e uomini che hanno cambiato il mondo.
Setsuko ha 13 anni quando la bomba atomica viene fatta esplodere sulla sua città, Hiroshima. Al momento dell’esplosione si trova in una struttura periferica, intenta, insieme ad altre sue compagne di scuola, a decifrare messaggi e codici criptati. Sopravvive all’impatto sotto un cumulo di macerie, mentre intorno a lei solo caos, morte e distruzione. Proprio perché Setsuko visse questo momento terribile è riconosciuta come hibakusha, termine che identifica “coloro che sono stati colpiti dal bombardamento atomico”. Pur riconoscendo il peso di questa identificazione, Setsuko non esiterà a usarla quale potente strumento di comunicazione: la sua missione, in quanto hibakusha, è quella di far comprendere a tutto il mondo la brutalità delle armi nucleari. Trasferitasi negli Stati Uniti, studia, dapprima, sociologia presso la Lynchburg College in Virginia, poi consegue un master in assistenza sociale all’Università di Toronto.
Nel 1955 sposa il cittadino canadese Jim Thurlow, primo sostenitore della sua causa, insieme al quale organizza eventi, fonda organizzazioni; incisiva risulta anche tutta l’attività svolta viaggiando in diversi paesi nei quali Setsuko pronuncia numerosi discorsi, sia nei parlamenti sia nelle scuole. L’8 dicembre 2014 interviene alla conferenza di Vienna sull’impatto umanitario delle armi nucleari, raccontando, ancora una volta, la sua esperienza: «In quell’unico lampo di luce, la mia amata Hiroshima divenne un luogo di desolazione, con cumuli di macerie, scheletri e cadaveri anneriti ovunque. Su una popolazione di 360.000 – in gran parte donne, bambini e anziani non combattenti – la maggior parte è stata vittima del massacro indiscriminato del bombardamento atomico». Nonostante il dispiacere e lo sconforto provati spesso a causa dei lenti progressi verso il disarmo, Setsuko non ha mai abbandonato il suo obiettivo e ha sempre cercato di trarre il meglio da ogni occasione. Diventata membro della Campagna Internazionale per l’abolizione delle armi nucleari (ICAN), rinnova il suo impegno e si dedica alla costruzione di un futuro estraneo alla minaccia atomica. Il 7 luglio 2017 122 nazioni votano per adottare il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari. L’apporto di Setsuko Thurlow, per il raggiungimento di questo importante traguardo, risulta determinante.
Nello stesso anno ICAN vince il premio Nobel per la pace ed è proprio Setsuko a ritirare il premio. Il suo discorso, pronunciato per l’occasione, non è altisonante, è diretto: «Non ci siamo accontentati di essere delle vittime. Ci siamo rifiutati di restare ad aspettare la fine del mondo, che venisse incenerito in un secondo o lentamente avvelenato […]. Abbiamo condiviso le nostre storie di sopravvivenza. Abbiamo dichiarato che il genere umano e le armi nucleari non possono coesistere». L’adozione del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW) è la prova tangibile di tutti i suoi sforzi. Tuttavia, i recenti risvolti politici e militari stanno nuovamente gettando sconforto e paura. Nella lettera inviata il 7 marzo 2022 al Primo Ministro Giapponese, Fumio Kishida, Setsuko si pronuncia così: «È naturalmente comprensibile che di fronte a una guerra in corso, più persone si sentano incerte sulle loro vite e sulla sicurezza del loro Paese. Tuttavia, ciò che è necessario in un momento simile non è introdurre armi nucleari, né prepararsi alla guerra. È il momento di rafforzare il diritto internazionale che proibisce le armi nucleari e di abolirle. Ci sono già molte zone libere da armi nucleari in tutto il mondo, che costituiscono un modello su come costruire una sicurezza che non sia basata sulle armi nucleari. Ci sono già proposte per crearne una in Asia orientale che includa anche il Giappone, e molti esperti incoraggiano a percorrere questa direzione. Il Giappone dovrebbe utilizzare la sua costituzione pacifista per portare avanti queste discussioni». Le parole non sono mai superflue così come la neutralità non è un’opzione: questa è la grande lezione di Setsuko.