“Zero Armi Nucleari” di Pedro Reyes arriva in Sardegna

19/10/2022

È ora in Sardegna la mostra “Zero Armi Nucleari” di Pedro Reyes, artista messicano che con la sua iniziativa sta promuovendo la sensibilizzazione sul disarmo nucleare, più necessaria che mai in questo momento. Riportando una descrizione della mostra, invitiamo a visitarla e a diffondere l’evento.

“Pedro Reyes. Zero Armi Nucleari”, in allestimento presso il Museo Nivola a Orani in provincia di Nuoro, è la prima personale dell’artista messicano in una istituzione italiana. La mostra presenta gli sviluppi della campagna “Zero Nukes”, lanciata dall’artista in collaborazione con numerose istituzioni e figure del mondo dell’arte e della scienza, per portare all’attenzione del pubblico la minaccia nucleare e fare pressione sui governi per la riduzione della produzione e il disarmo. Zero Nukes (2020) è una scultura gonfiabile creata nell’ambito del progetto Amnesia Atómica, promosso dal Bulletin of the Atomic Scientists, associazione di scienziati di Chicago creata più di 70 anni fa, all’indomani delle bombe su Hiroshima e Nagasaki, per diffondere la consapevolezza relativa alle attività umane che potenzialmente minacciano la sopravvivenza dell’umanità.

Foto di Andrea Mignogna. Vedute allestimento “Pedro Reyes. Zero Armi Nucleari”. Courtesy of Fondazione Nivola

Il progetto di Reyes si riallaccia, anche iconograficamente, alle immagini e alle simbologie utilizzate nel Novecento dai gruppi di attivisti e organizzazioni impegnati sul tema del disarmo, come appunto il Bulletin e la Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari (ICAN). Reyes si concentra sullo “Zero” come elemento grafico, visivo e concettuale comune a tutte le lingue, utilizzato come simbolo dell’unità globale per l’unica causa condivisibile a livello universale: evitare la distruzione della vita sulla terra, e si ispira al design dell’iconico Doomsday Clock del Bulletin of the Atomic Scientists, creato nel 1947 dall’artista paesaggista Martyl Langsdorf (1917 – 2013), moglie del fisico e membro fondatore del Bulletin, Alexander Langsdorf. L’orologio è diventato un indicatore universalmente riconosciuto della vulnerabilità del mondo alla catastrofe causata dalle armi nucleari, dai cambiamenti climatici e dalle tecnologie dirompenti. In mostra, è visualizzato sotto forma di segno luminoso e impostato a 100 secondi a mezzanotte secondo i calcoli degli scienziati: il punto più vicino all’apocalisse dalla sia creazione alla fine della seconda guerra mondiale.

Foto di Andrea Mignogna. Vedute allestimento “Pedro Reyes. Zero Armi Nucleari”. Courtesy of Fondazione Nivola

Lo slogan “Zero Nuclear Weapons”, tradotto in una miriade di lingue, viene presentato  in cartelli di protesta dipinti a mano, confondendo il confine tra arte e attivismo. Il riferimento è alla protesta globale contro la corsa agli armamenti iniziata nel 1958, che durante trent’anni di resistenza di massa, dagli anni Sessanta agli Ottanta, ha spinto i governi a ridurre drasticamente gli arsenali nucleari.
Nell’antico lavatoio di Orani, oggi sede delle mostre temporanee del Museo Nivola, il fungo atomico e la mano-colomba si contrappongono come simboli delle paure e delle speranze dell’umanità.
L’esposizione al Museo Nivola continua fino al 22 febbraio 2023.