L’Italia è al sicuro?

16/02/2011

Non tutti sanno che L’Italia, in quanto paese membro della Nato, fa parte del “Gruppo di pianificazione nucleare” dell’Alleanza, appoggiando e condividendo la politica statunitense in materia di armi nucleari. Ma, soprattutto, mantiene sul proprio territorio delle bombe nucleari statunitensi B-61 – 900 volte più potenti di quelle di Hiroshima – al cui uso vengono addestrati anche i piloti italiani. Si tratta di 50 bombe nella base di Aviano (Pordenone) e 20 o, forse anche 40, in quella di Ghedi-Torre (Brescia). È importante notare che secondo il documento ufficiale “Blue Ribbon Report” dell’Usaf dell’8 febbraio 2008, a firma del generale Polly A. Peyer e lungo 118 pagine, la maggior parte dei siti che ospitano armi nucleari NON rispettano le regole di sicurezza dettate dagli stessi regolamenti Usa. In ogni caso, secondo alcuni ci sarebbe anche un altro problema: ospitando queste armi sul suo territorio, l’Italia violerebbe il Trattato di Non Proliferazione Nucleare che aveva ratificato nel 1975 e che, nell’art.2, stabilisce: «Ciascuno degli Stati militarmente non nucleari, che sia parte del Trattato, si impegna a non ricevere da chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, né il controllo su tali armi e congegni esplosivi, direttamente o indirettamente». Va detto che la validità militare di tali ordigni è comunque piuttosto discutibile, visto che, fortunatamente, il processo di autorizzazione per un loro uso richiederebbe letteralmente mesi. 

Non va dimenticato, però, che la semplice presenza di queste armi comporta anche il rischio di un uso accidentale. È certo, per esempio, che in Germania e Turchia negli anni passati vi erano aerei pronti sulla pista di decollo con bombe atomiche innescate. Il pilota stesso o chiunque si fosse impadronito dell’aereo avrebbe potuto lanciare un ordigno nucleare. La sola misura di sicurezza era un soldato, spesso di soli 18 anni, armato di carabina. (Stein, Peter and Feaver, Peter. Assuring Control of Nuclear Weapons. University Press, 1987).