L’eredità di Josei Toda: la dichiarazione per l’abolizione delle armi nucleari

16/02/2011

«Noi tutti, cittadini del mondo, abbiamo l’inviolabile diritto alla vita. Chiunque attenti a questo sacrosanto diritto è un’incarnazione del demone, un mostro». 

L’8 settembre 1957, due anni dopo la dichiarazione di Russell, il secondo presidente della Soka Gakkai, Josei Toda, davanti a cinquantamila membri della sua organizzazione, rilasciò la sua storica “Dichiarazione per l’abolizione delle armi nucleari”, affidando ai giovani la missione di diffondere il suo messaggio in tutto il mondo. Nella sua dichiarazione Toda rimarca la necessità di recidere gli “artigli nascosti nelle profondità” di una società che ammette l’uso delle armi nucleari. In altre parole Toda incoraggia a vincere le insidiose tendenze demoniache inerenti alla vita. Nella sua dichiarazione afferma: «Noi tutti, cittadini del mondo, abbiamo l’inviolabile diritto alla vita. Chiunque attenti a questo sacrosanto diritto è un’incarnazione del demone, un mostro». La prima e più importante convinzione del presidente Toda, in quanto buddista, era la sacralità della vita. Egli auspicava che si instaurasse profondamente nelle menti di tutti gli esseri umani un modo di pensare che considerasse le armi nucleari come male assoluto, un modo di pensare che funzionasse come un tabù volto a prevenire l’errore e a fermare il male. Era un atto diretto verso il bene assoluto, mosso dal desiderio di proteggere rigorosamente la vita.