Effetti sull’ambiente e sul clima

16/02/2011

Gli effetti sull’ambiente dovuti all’esplosione di un ordigno nucleare, sono devastanti non solo nel caso di un attacco militare, ma possono esserlo anche  nel caso di un test.

In seguito al fallout nucleare e alle piogge naturali (che il fallout stesso può indurre) nelle ore successive a un’esplosione, si ha il cosiddetto effetto NIGA (Neutron Induced Gamma Activity): la sfera primaria, cioè la zona in cui avvengono le reazioni nucleari, entra in contatto con il suolo, lo irraggia con neutroni rendendolo fortemente radioattivo.

La conseguenza è che i terreni non possono più essere coltivati perché vi crescerebbero vegetali contenenti elementi radioattivi che contaminerebbero a loro volta le persone. Bisognerebbe quindi attendere che la radioattività si dissolvesse monitorando il suolo attraverso delle analisi prima di poter utilizzare di nuovo i terreni per coltivare in sicurezza. Uno dei danni maggiori all’ecosistema e all’uomo è infatti quello prodotto dagli elementi radioattivi che entrano nella catena alimentare. 

In seguito a una guerra nucleare generalizzata si avrebbero effetti drammatici anche sul clima: l’inverno nucleare. Le enormi nubi di polvere e di fumo sollevate dalle esplosioni e dagli incendi che brucerebbero aree urbane e industriali della terra si fonderebbero in un’unica coltre scura che avvolgerebbe la terra in un’altezza compresa dagli otto ai trenta chilometri, assorbendo in questo modo i raggi solari e impedendo loro così di raggiungere la superficie terrestre. Questa fitta coltre impiegherebbe vari mesi a diradarsi. La temperatura a livello del suolo scenderebbe di diversi gradi sotto zero con ovvie conseguenze per la vita sul nostro pianeta: distruzione della vita vegetale spontanea e di quella coltivata all’aperto per la mancanza di radiazione solare indispensabile alla fotosintesi e quindi alla crescita delle piante, difficile sopravvivenza per gli animali i quali dipendono in ultima analisi dai vegetali. Finite anche le riserve di cibo nelle città sarebbe molto difficile procurasene altro e ovviamente impossibile produrlo su larga scala. Mancherebbe anche l’acqua perché il terreno gelerebbe fino a una profondità di circa un metro e in superficie neve e ghiaccio sarebbero contaminati dal fallout. Secondo alcuni studi, all’inverno nucleare succederebbe un’estate nucleare, con temperature elevatissime. Un fenomeno quindi opposto, ma altrettanto catastrofico.