Josei Toda e la dichiarazione contro le armi nucleari

08/09/2020

In occasione dell’anniversario della famosa Dichiarazione contro le armi nucleari di Josei Toda, proponiamo un approfondimento sulla storia dell’educatore giapponese e leader buddista, sulla Dichiarazione dell’8 settembre 1957, e sul Toda Peace Institute, istituto indipendente impegnato a promuovere un mondo più giusto e pacifico.

Josei Toda (Kaga, 11 febbraio 1900 – Tokyo 2 aprile 1958) è stato un educatore, editore e attivista giapponese.

Disilluso dal sistema educativo del suo paese, che faceva progredire gli interessi dello Stato e sopprimeva il pensiero indipendente, Toda trovò ispirazione nel lavoro di Tsunesaburo Makiguchi, un preside di scuola elementare che aveva sviluppato una nuova metodologia di insegnamento incentrata sui bambini. Makiguchi e Toda fondarono la Soka Kyoiku Gakkai (Società Educativa per la Creazione di Valore) che mirava a promuovere lo sviluppo umano attraverso l’educazione e i principi buddisti.

Con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale, le convinzioni pacifiste di Toda e Makiguchi  si sono scontrate con le dure persecuzioni del governo militare giapponese. Nel 1943 furono arrestati con l’accusa di aver violato la famigerata legge per la conservazione della pace. Makiguchi morì in prigione, ma Toda sopravvisse all’incarcerazione. La sua profonda indignazione per l’esercizio del potere da parte del governo militare lo spinse a costruire un movimento buddista di base per la pace.

L’inviolabile diritto alla vita

Josei Toda fece una storica dichiarazione chiedendo l’abolizione delle armi nucleari l’8 settembre 1957 davanti a 50.000 giovani giapponesi allo stadio di Mitsuzawa. Egli credeva che le armi nucleari fossero il prodotto della natura oscura e distruttiva insita in tutte le persone e rappresentassero una minaccia fondamentale al nostro inalienabile diritto di vivere. Di seguito trovate un estratto della dichiarazione (versione integrale della dichiarazione).

“Spero che, come miei discepoli, farete vostra questa mia dichiarazione e che diffonderete il suo scopo nel mondo intero, al meglio delle vostre possibilità. Sebbene nel mondo stia prendendo forma un movimento per la messa al bando degli esperimenti sulle armi nucleari, è mio desiderio andare oltre, attaccare il problema alla radice. Voglio denudare e strappare gli artigli che si celano nelle estreme profondità di simili ordigni. Per questo invoco la pena di morte per coloro che dovessero decidere di utilizzare le armi nucleari, senza che si tenga in considerazione il fatto che appartenga a un Paese vincitore o a un Paese sconfitto, e senza che conti la nazionalità di appartenenza.

Perché dico questo? Perché noi, cittadini del mondo, abbiamo il diritto inviolabile di vivere. Chiunque metta in pericolo questo diritto è un demone, un mostro. Propongo che l’umanità applichi, in ogni caso, la pena di morte contro i responsabili dell’uso delle armi nucleari, anche se quelle persone dovessero appartenere al Paese vincitore di un conflitto.

Anche se un paese dovesse conquistare il mondo con l’uso di armi nucleari, i conquistatori devono essere visti come diavoli, come l’incarnazione del male. Credo che divulgare quest’idea in tutto il mondo sia la missione di ogni membro della Divisione Giovani in Giappone.” 

Grafica che ritrae lo stadio della storica Dichiarazione di Toda dell’8 settembre 1957

Toda utilizza un linguaggio molto forte in questa dichiarazione ed è certamente interessante chiedersi quale sia il significato dell’invocazione della pena capitale da parte di un leader buddista impegnato nel diffondere la pace e il rispetto della vita. A tal proposito proponiamo un commento di Daisaku Ikeda tratto da “La Rivoluzione Umana”^1 in cui si chiarisce bene lo spirito alla base di queste affermazioni. 

“Invocando l’abolizione delle armi nucleari Josei Toda aveva chiesto la pena di morte, senza eccezione alcuna, per coloro che avessero deciso di usare quel tipo di ordigni. Ma questo non significava certo che egli considerasse la pena di morte uno strumento punitivo efficace. […]

Ma perchè allora si spinse fino al punto di invocarla? Egli non stava chiedendo che la comunità internazionale introducesse una legge che autorizzasse la pena di morte contro coloro che si rendevano responsabili dell’uso di ordigni nucleari. Più semplicemente, il suo scopo era imporre l’idea che l’uso delle armi nucleari, un atto che priva gli esseri umani del diritto alla vita, doveva essere giudicato come un male assoluto. Egli sperava che, con la graduale diffusione di questa visione fra i popoli del mondo, soprattutto tra i leader delle nazioni, si giungesse a riconoscere un saldo principio morale che avrebbe impedito l’uso delle armi nucleari. In aggiunta, chiarendo che un crimine tanto grave meritava la condanna a morte, ne ribadiva la natura di male assoluto.

Se Toda si fosse limitato a definire demoni o mostri coloro che prendevano la decisione di avvalersi di ordigni nucleari, la sua dichiarazione sarebbe rimasta confinata nel regno dell’astratto. In tal modo non sarebbe riuscito a far penetrare nei cuori dei discepoli il concetto di male assoluto. Il fatto che Toda avesse invocato la pena di morte mirava a sconfiggere la tendenza che si annidava nelle menti delle persone secondo cui l’uso delle armi nucleari poteva essere giustificato.” (Daisaku Ikeda, La Rivoluzione Umana, vol. 12 pp. 95-96)

Come ulteriore materiale per approfondire il significato della dichiarazione di Toda suggeriamo la lettura del saggio  Gli artigli nascosti – Estirpare le cause della distruzione di massa di Clark Strand.

L’eredità di Toda

Sicuramente l’eredità principale di Josei Toda risiede nella portata ispiratrice dei suoi scritti e della sua vicenda di vita. Molte persone in tutto il mondo guardano alla figura di Toda come modello di estrema dedizione alla causa della pace mondiale.

Esempio concreto di questo tipo di impatto sulle generazioni odierne è stata l’istituzione nel 1996 del Toda Peace Institute (prima chiamato “the Toda Institute for Global Peace and Policy Research”) da parte di Daisaku Ikeda, presidente Soka Gakkai Internazionale (SGI) nonché diretto discepolo di Toda.

L’Istituto promuove un approccio sistemico degli studi per la pace prendendo in esame uno spettro molto ampio di tematiche e aspetti della società attuale.

Dalla cooperazione internazionale per il disarmo alle sfide poste dal cambiamento climatico le pubblicazioni del Toda Institute pongono una particolare attenzione al ruolo delle organizzazioni locali e dei singoli per la costruzione di una pace stabile e duratura basata sul concetto di sicurezza umana^2.

Tra i principi guida dell’istituto troviamo anche aspetti pragmatici come lo sviluppo di soluzioni creative e innovative delle problematiche prese in considerazione ed un metodo di ricerca fortemente basato su dati ed evidenze fattuali. Tramite il sito del Toda Peace Institute è possibile accedere a gran parte del materiale prodotto e iscriversi alla newsletter per rimanere costantemente informati sulle pubblicazioni più recenti. Ovviamente la lingua utilizzata è l’inglese ma come comitato senzatomica ci stiamo prendendo l’impegno di tradurre in italiano gli articoli più significativi e di impatto in merito ai fini della campagna.

Note:
^1 Romanzo che racconta la storia e lo sviluppo della Soka Gakkai in giappone e nel mondo
^2 Concetto che mette alla base dell’idea di sicurezza la stabilità sociale che deriva dalla soddisfazione dei bisogni delle persone. Si contrappone all’idea di sicurezza nazionale basata sugli armamenti.