International Physicians for the Prevention of Nuclear War

16/02/2011

La International Physicians for the Prevention of Nuclear War (IPPNW) è nata nel 1980 ed è stata creata inizialmente da un piccolo gruppo di medici americani e sovietici, convinti che tra i loro doveri professionali ci fosse anche quello di impegnarsi per la prevenzione della guerra nucleare e con l’obiettivo di sensibilizzare i medici di tutto il mondo, spingendoli a far pesare la loro influenza contro la minaccia per l’umanità rappresentata dalle armi nucleari. Oggi è una federazione di numerose organizzazioni nazionali che si occupa della prevenzione e della sensibilizzazione delle persone riguardo ai problemi e alle conseguenze delle armi nucleari. È composta non solo da medici, ma anche da studenti di medicina, operatori sanitari e semplici cittadini che condividono l’obiettivo di creare un mondo pacifico e sicuro. Nel 1985 il Comitato dei premi Nobel norvegese ha deciso di assegnargli il Premio Nobel per la Pace grazie al loro impegno a favore della creazione di un mondo senza armi nucleari attraverso l’utilizzo di informazioni autorevoli che creassero, sia nell’uomo politico che nel cittadino, una consapevolezza maggiore sulle conseguenze di una guerra atomica.

Wynne Marie Ashford, medico canadese, specialista di cure palliative all’ospedale di Victoria e copresidente dell’IPPNW, durante un’intervista al Corriere della Sera ha affermato: «Se dovesse esplodere un ordigno atomico noi, se sopravvissuti, saremmo chiamati a soccorrere gli altri sopravvissuti. Ma non potremmo farlo. Perché non avremmo medicine, né attrezzature chirurgiche, né ospedali. E allora l’unica cosa che possiamo fare è impegnarci per prevenire questa catastrofe, in modo che nessun medico si trovi nell’impossibilità di curare qualcuno per questa ragione […]. In realtà, la minaccia nucleare è ancora attuale. Perché gli arsenali atomici sono tuttora pieni. Ed esiste sempre il rischio, come dieci o vent’anni fa, che se per sbaglio dovesse partire una testata nucleare da una delle due superpotenze, l’altra, con meccanismo automatico, risponderebbe con una potenza distruttiva dieci o cento volte maggiore. E allora non ci sarebbe più speranza per nessuno. E questo pericolo esisterà finché non si arriverà a una totale bonifica degli arsenali nucleari. Del resto, a proposito di terrorismo: se dovesse risultare vero che alcuni gruppi terroristici dispongono di armi nucleari, significherebbe che il mondo è sotto una grave minaccia. Pensate a uno strumento distruttivo del genere sganciato da un kamikaze su una centrale atomica in Usa o in Europa. Avete idea delle conseguenze?». (Corriere della Sera, Medici contro la bomba, 24 marzo 2002).

Come all’epoca l’IPPNW aveva affrontato e dimostrato attraverso il dialogo e gli studi la follia di una guerra nucleare tra Usa e Urss, così adesso che la minaccia potrebbe arrivare anche dai governi di alcuni Paesi del Medio Oriente, si è posta come obiettivo di avvicinarsi a loro come medici e aiutarli, con mezzi e strumenti di aggiornamento, per far sentire la loro solidarietà e il loro concreto intervento. I medici stessi saranno così un germe contagioso di cultura di pace nei loro Paesi. Wynne Marie Ashford ci ricorda che però «gli aiuti non si devono limitare al personale sanitario. L’educazione alla pace inizia dalle scuole, dall’impegno a educare alla risoluzione dei piccoli conflitti senza ricorrere alla violenza o ad altri mezzi di sopraffazione. Insomma, dall’impegno di tutti a promuovere una cultura di dialogo». (Ibidem).