Un’azione congiunta per un mondo libero dalle armi nucleari

13/05/2015

Dr.-Daisaku-Ikeda.-Credit-Seikyo-Shimbundi Daisaku Ikeda

(pubblicato su Inter Press Service a cura di Phil Harris)

Tokyo, 9 aprile 2015.

Dalla fine di aprile si terrà a New York la Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione (TNP). In questo anno, che segna il settantesimo anniversario del bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki, unisco la mia voce a quella di chi spinge per un impegno sostanziale e un effettivo avanzamento nella realizzazione di un mondo privo di armi nucleari.

In anni recenti il dibattito sulle armi nucleari ha preso una nuova direzione: per esempio, nell’ottobre dello scorso anno, più dell’80% degli Stati membri delle Nazioni Unite hanno dato il loro sostegno a una Dichiarazione congiunta sulle conseguenze umanitarie delle armi nucleari, esprimendo così il desiderio comune che tali armi non vengano mai usate, in nessuna circostanza.

Allo stesso tempo, la Terza conferenza sulle conseguenze umanitarie delle armi nucleari tenuta a Vienna lo scorso dicembre ha visto per la prima volta la partecipazione di Stati detentori di armi nucleari – gli Stati Uniti e il Regno Unito – che hanno riconosciuto l’esistenza di un dibattito complesso sulla questione.

Per uscire dalla presente situazione di stallo, ritengo si debba riconsiderare ancora una volta la fondamentale disumanità delle armi nucleari se si guarda a tutte le conseguenze loro impatto. A partire da qui, occorre mettere a punto misure per far sì che nessun paese o popolazione debba mai subire i danni irreparabili che le armi nucleari possono infliggere.

Voglio ora proporre due iniziative specifiche. La prima è lo sviluppo di una nuova struttura istituzionale basata sul Trattato di non proliferazione – una commissione dedicata al disarmo nucleare: «Dobbiamo mettere a punto misure per far sì che nessun paese o popolazione debba mai subire i danni irreparabili che le armi nucleari possono infliggere».

Sollecito i capi di governo del maggior numero possibile di Stati a partecipare alla Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione di quest’anno, e a prendere parte a un forum dove vengano condivisi i dati delle conferenze internazionali sull’impatto umanitario delle armi nucleari.

Quindi, alla luce del fatto che durante la Conferenza di revisione del 2010 tutti gli Stati parti del TNP hanno espresso all’unanimità la loro preoccupazione per le conseguenze umanitarie catastrofiche dell’uso di armi nucleari, spero che ogni capo di governo o delegazione nazionale approfitterà dell’occasione della conferenza di quest’anno per presentare i propri piani d’azione per evitare simili conseguenze.

Infine, partendo dall’«inequivocabile impresa da parte degli Stati dotati di armi nucleari di realizzare l’eliminazione totale dei loro arsenali nucleari pr arrivare al disarmo totale» riaffermata alla Conferenza di revisione del 2000, propongo che venga istituita una “commissione disarmo” come organo sussidiario al TNP per assicurare la pronta e concreta realizzazione di questo impegno.

La seconda iniziativa che vorrei proporre riguarda la creazione di una piattaforma per negoziare la messa a punto di uno strumento legale per la proibizione delle armi nucleari.

La creazione di tale piattaforma si dovrebbe basare su un’attenta valutazione dell’esito della Conferenza del riesame di quest’anno, e potrebbe attingere alla risoluzione dell’Assemblea Generale del 2013 dove si richiedeva che venisse indetta, al più tardi entro il 2018, una conferenza internazionale Onu ad alto livello sul disarmo nucleare. Questa conferenza potrebbe essere tenuta nel 2016 per avviare il processo di stesura di un nuovo trattato.

Spero vivamente che il Giappone lavori con altri paesi e con la società civile per accelerare il processo di eliminazione delle armi nucleari dal nostro pianeta.

Quest’anno la Conferenza delle Nazioni Unite sulle questioni del disarmo avrà luogo ad agosto a Hiroshima, e sempre a Hiroshima tra ottobre e novembre si terrà il Forum delle vittime nucleari nel mondo, mentre a Nagasaki ci sarà, a novembre, l’annuale Conferenza Pugwash.

È inoltre in via di pianificazione un summit mondiale dei giovani per l’abolizione delle armi nucleari da tenersi a Hiroshima a settembre come iniziativa congiunta della Sgi e di altre organizzazioni. Spero che il summit adotti una dichiarazione dei giovani che si impegni a porre fine all’era nucleare e che contribuisca a sviluppare una solidarietà più ampia tra i giovani del mondo a sostegno di un trattato che proibisca queste armi.

In occasione della conferenza di Vienna a dicembre 2014 il governo austriaco si è impegnato a cooperare con tutti i soggetti interessati per raggiungere l’obiettivo di un mondo libero dalle armi nucleari.

Con questo stesso spirito, insieme a rappresentanti di altre organizzazioni basate sulla fede, lo scorso anno la Sgi ha organizzato comitati interreligiosi a Washington D.C. e a Vienna, dai quali è scaturita una Dichiarazione congiunta dove si esprime l’impegno dei partecipanti di lavorare insieme per un mondo libero da armi nucleari.

Il futuro è determinato dalla profondità e dall’intensità dell’impegno preso dalle persone che vivono nel presente. La chiave per mettere fine alla storia delle armi nucleari sta nel far sì che tutti gli attori coinvolti – gli Stati, le organizzazioni internazionali e la società civile – agiscano congiuntamente lavorando con partner animati dalle medesime intenzioni per tenere fede all’impegno profondo di un mondo libero dalle armi nucleari.

fonte: http://www.ipsnews.net/2015/04/opinion-shared-action-for-a-nuclear-weapon-free-world/