Si apre un’era di pace e disarmo
27/03/2019
Di Ramesh Jaura
BERLINO | TOKYO (IDN) – “Mentre le sfide che la società globale deve affrontare continuano ad aumentare in maniera esponenziale, eventi critici prima ritenuti impensabili stanno diventando realtà in tutto il mondo.” Questo è il contesto su cui si concentra l’ampia proposta pubblicata dall’eminente filosofo buddista, educatore, autore e attivista per il disarmo nucleare Daisaku Ikeda.
Verso una nuova era di pace e disarmo. Un approccio centrato sulle persone di Daisaku Ikeda, Presidente della Soka Gakkai International (SGI), è un tesoro di saggezza e conoscenza che affronta le diverse tematiche attraverso un approccio interdisciplinare, che tiene in considerazione la natura di interconnessione tra queste.
Tra le questioni più critiche affrontate dalla Proposta, compare l’allarmante situazione dei cambiamenti climatici: attualmente nel mondo 68,5 milioni di persone si trovano in condizione di sfollati a causa di conflitti o altre ragioni e di controversie in campo commerciale, che minano l’economia mondiale. Inoltre l’Onu ha richiesto iniziative urgenti per le questioni relative al disarmo.
Nel 2018 la SGI, la più grande organizzazione buddista laica del mondo, che conta circa 12 milioni di praticanti in 192 paesi e territori, ha lanciato il secondo People’s Decade for Nuclear Abolition (Decennio delle persone per l’abolizione del nucleare) per dare seguito al lavoro del primo Decennio, conclusosi nel 2017 con l’adozione del Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW) da parte dell’Assemblea Generale dell’ONU.
Secondo il presidente della SGI, lo scopo del secondo Decennio sarà quello di espandere il sostegno al Trattato a livello mondiale e di aprire la strada verso un mondo libero dalle armi nucleari, lavorando insieme a chi condivide questo obiettivo fino al suo raggiungimento.
A tal proposito, tra i punti principali della Proposta di Pace 2019 spicca l’esigenza di accelerare i progressi in materia di abolizione delle armi nucleari, di incoraggiare i giovani ad impegnarsi per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) e di espandere la rete di università coinvolte nell’Iniziativa delle Nazioni Unite per l’Impatto Accademico (UNAI).
Il Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari, adottato con voto favorevole da 122 Stati in sede di Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 7 luglio 2017 e aperto alla firma il 20 settembre dello stesso anno, entrerà in vigore 90 giorni dopo che al Segretario Generale dell’ONU sia pervenuta la cinquantesima ratifica. Attualmente sono 70 i paesi che hanno firmato il Trattato e 21 sono quelli che lo hanno ratificato.
Un’ulteriore proposta di Ikeda è quella di creare un gruppo di paesi con la stessa visione per approfondire il dibattito e promuovere la ratifica del Trattato. La sua idea sarebbe quella di un gruppo chiamato Amici del Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari, ispirato al preesistente Amici del Trattato per la Messa al Bando totale degli Esperimenti Nucleari (CTBT), che giace nel limbo dal 1996.
Il presidente della SGI invita il Giappone a prendere la guida di questa iniziativa e afferma: “Poiché il Giappone ha espresso il desiderio di fungere da ponte fra Stati nucleari e non nucleari, potrebbe proporsi come luogo d’incontro in cui svolgere tale dialogo”.
Sottolinea poi il nuovo Appello alle Città promosso dalla Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari (ICAN), insignita del Premio Nobel per la Pace 2017, e la relativa iniziativa mediatica #ICANSave.
Guardando alla Conferenza di Revisione 2020 del Trattato di Non Proliferazione (TNP), la cui terza sessione si terrà dal 29 aprile al 10 maggio 2019 a New York presso il Quartier Generale dell’ONU, Ikeda richiede che siano prese misure per ridurre l’alto stato di allerta di alcune testate nucleari.
Con una visione lungimirante, suggerisce che il documento finale della Conferenza di revisione 2020 dell’Npt “includa la raccomandazione di istituire un gruppo di lavoro aperto dell’Onu per discutere misure concrete volte alla riduzione del ruolo delle armi nucleari nelle dottrine della sicurezza, sancendo così un esplicito cambio di direzione verso il disarmo nucleare”.
Le armi nucleari non sono mai più state usate in guerra dai bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki nel 1945. Ikea sostiene, dunque, che gli stati possessori di armi nucleari, gli stati membri della NATO ed altri stati abbiano cominciato a riconoscerne il declino nell’utilità a scopo militare.
“Persino durante la guerra fredda era chiaro che in un conflitto nucleare non ci sarebbe stato alcun vincitore”, aggiunge Ikeda. “Data la crescente consapevolezza della loro inefficacia militare, cosa può ancora giustificare le dottrine della sicurezza che dipendono dalle armi nucleari?”
Tuttavia, per contrastare l’insuccesso della precedente Conferenza di Revisione del 2015, dovuto al costante disaccordo tra gli stati possessori di armi nucleari e gli altri stati, Ikeda suggerisce che si tenga nel 2012 una quarta Sessione Speciale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per il Disarmo (SSOD-IV).
Il presidente della SGI non tralascia il pericolo degli emergenti Sistemi d’Arma Autonomi Letali (LAWS) e propone l’organizzazione di una conferenza per negoziare un trattato che proibisca questo tipo di armi, spesso chiamate «robot killer».
Accogliendo positivamente l’Agenda Disarmo pubblicata dal Segretario Generale dell’ONU António Guterres nel maggio 2018, Ikeda invita a passare da una visione di sicurezza strettamente nazionale o militare a un approccio umano, centrato sulle persone e basato su sforzi per costruire un mondo in cui ogni persona possa godere di vera e propria sicurezza.
La proposta evidenzia quanto la vastità e la complessità delle sfide globali possano farci sentire che un cambiamento positivo è impossibile e invita i giovani a resistere al senso di rassegnazione e ad “andare incontro alle dure sfide del nostro tempo come agenti di cambiamento proattivo e contagioso”.
Ikeda fa appello al coinvolgimento dei giovani come elemento essenziale per il perseguimento degli SDG, suggerisce di espandere la rete UNAI di università impegnate a sostenere gli SDG attraverso la ricerca e i programmi accademici e propone di far incontrare le università in una conferenza mondiale nel 2020, in occasione del 75° anniversario della fondazione dell’ONU.
Secondo Ikeda, la Strategia per i Giovani delle Nazioni Unite, Youth2030, invita gli organismi dell’ONU a rafforzare e dare maggior risalto alle opinioni dei giovani in seno ai principali vertici, come gli eventi previsti per il 75° anniversario, e a costruire un regolare impegno congiunto tra i giovani e il Segretario Generale.
“In tale ambito, una conferenza mondiale delle università a sostegno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile riunirebbe docenti e studenti di tutto il globo accelerando la realizzazione di tali obiettivi, e fornirebbe anche un’opportunità di dialogo con il Segretario generale” aggiunge Ikeda, che esprime il suo appoggio alla scelta dei giovani come punto centrale della quarta fase del Programma Mondiale per l’Educazione ai Diritti Umani.
Un ulteriore elemento che la Proposta tende a porre in evidenza sono gli SDG riguardanti la gestione delle risorse idriche. Ikeda spera che il Giappone metterà in campo la sua esperienza per la risoluzione dei problemi di approvvigionamento idrico nel Nord-Est Asiatico e per la costruzione di una fiducia regionale, e che lavorerà insieme a Cina e Corea del Sud per offrire supporto ai paesi africani e del Medio Oriente in cui è crescente la domanda di riutilizzo delle acque e di desalinizzazione.
La Proposta di Pace del 2019 è la 19^ che il Presidente della SGI ha scritto dall’inizio del XXI secolo. Ogni anno dal 1983 ne viene pubblicata una il 26 gennaio, per commemorare la fondazione dell’organizzazione. Ogni proposta di pace esplora la correlazione tra i principi buddisti e le diverse sfide che la società globale deve affrontare al fine di realizzare la pace e la sicurezza umana. Con le sue proposte, Ikeda ha trattato temi come la riforma dell’istruzione, l’ambiente, l’ONU e il disarmo nucleare. [IDN-InDepthNews – 3 Marzo 2019]