L’uomo del futuro o sarà un uomo di pace o non sarà
08/04/2014
«L’uomo del futuro o sarà un uomo di pace o non sarà». Questo il titolo della tavola rotonda interreligiosa, svoltasi il 30 marzo, a conclusione della mostra in versione compact Senzatomica, che si è tenuta a Fiesole (FI) dal 15 al 31 marzo. Un incontro denso e appassionato al quale sono intervenuti: Giuseppe Grazzini, docente di Fisica e membro del Comitato Scientifico Fondazione Balducci; Valentina Cappelli, psicologa; Padre Vincenzo Caprara, Priore del Convento di San Domenico; Joseph Levi, Rabbino capo della Comunità Ebraica di Firenze e della Toscana; Imam Elzir Izzedin, Presidente Unione delle Comunità e Organizzazioni islamiche d’Italia e Andrea Bottai, vice-direttore dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. Moderatrice: Maria Luisa Moretti, Assessore alla Formazione del Comune di Fiesole.
Il tema del disarmo interiore e del disarmo nucleare, emblema di Senzatomica, è stato affrontato da più punti di vista durante il dibattito che si è svolto alla presenta di circa ottanta spettatori. Giuseppe Grazzini, da fisico, ha rilevato che la questione del nucleare e della radioattività sono scomparse dai mass-media e che si può arrivare a una risoluzione solo grazie al contributo di tutti, puntando quindi a creare un movimento di persone, più che a focalizzarsi su un processo individuale.
È poi intervenuto Padre Caprara che ha evidenziato come il disarmo, sia interiore che nucleare, risulti oggi un argomento inattuale. Citando poi la Bibbia, ha sottolineato come Gesù affermi: “beati i pacificatori” e non i pacifici. I pacificatori sono i costruttori di pace, persone attive quindi che lavorano a discapito della propria pace per poi donarla anche agli altri. Il Rabbino Levi ha poi proseguito l’incontro prendendo spunto da una corrispondenza
intercorsa tra Einstein e Freud, dieci anni prima della seconda guerra mondiale, sul futuro dell’umanità, affermando che abbiamo una responsabilità totale rispetto all’atomica, perché il futuro dell’umanità è legato all’ambiente che noi stiamo distruggendo. Ha poi riportato un passo dalla creazione della Bibbia dove emerge chiaramente la responsabilità dell’uomo di mantenere e migliorare l’ambiente che ha, in prima battuta per i figli e nipoti. “Le armi
nucleari non devono quindi far parte dell’arsenale dell’umanità”, ha infine auspicato al termine del suo intervento.
Il contributo dell’Imam Izzedin ha riportato il tema del nucleare sul piano del pregiudizio personale, ripetendo più volte che bisogna lavorare su se stessi per abbattere i propri pregiudizi, e che è sicuramente il primo passo da compiere per evitare di arrivare alla guerra. Siamo abituati a etichettare le persone perché riflettere richiede uno sforzo, è un percorso faticoso, ma nel 2014 bisogna assumersi le proprie responsabilità senza più delegare, devono cambiare le nostre priorità, allora cambierà anche la nostra visione sul nucleare.
Ha concluso l’incontro Andrea Bottai spiegando come il disarmo interiore sia la condizione necessaria per il disarmo nucleare. Paradossalmente tanto più un paese si sente insicuro tanto più ricorre alle armi nucleari mentre la vera sicurezza si ottiene operando per il benessere e la felicità dell’altro, aprendosi e includendo l’altro in una sicurezza condivisa. Ha infine auspicato di proseguire lo scambio interreligioso e interculturale.