Gruppo di governi prepara una risoluzione per dare inizio alla negoziazione di un trattato sulla messa al bando delle armi nucleari

30/09/2016

28 settembre 2016

Un gruppo di governi membri dell’ONU ha preparato una proposta di risoluzione per dare inizio ai negoziati su un trattato internazionale per la messa al bando delle armi nucleari. Il documento è stato diffuso mercoledì scorso dai suoi principali promotori – Austria, Messico, Sudafrica, Irlanda, Brasile e Nigeria – e segue le indicazioni del recente Open Ended Working Group organizzato dalle Nazioni Unite, durante il quale la stragrande maggioranza degli stati presenti si era dichiarata favorevole alla richiesta di aprire i negoziati per un trattato sulla messa al bando delle armi atomiche entro il 2017.

Nella proposta si convocherebbe una conferenza delle Nazioni Unite al fine di “negoziare uno strumento giuridicamente vincolante per vietare le armi nucleari, che porti verso la loro totale eliminazione”, da svolgersi nel 2017 durante due sessioni per un totale di 20 giorni di lavoro.

L’adozione di questa risoluzione segnerebbe una vera e propria svolta verso il disarmo nucleare. Le armi atomiche sono le uniche armi di distruzione di massa non ancora esplicitamente vietate da un trattato internazionale, a differenza di quanto è accaduto per le armi chimiche e biologiche. Nel corso degli ultimi anni, questo aspetto è stato riconosciuto essere un’anomalia e un ostacolo lungo il cammino verso il disarmo.

Nell’annunciare la proposta di risoluzione all’Assemblea Generale dell’ONU di New York, il Ministro degli Affari Esteri austriaco Sebastian Kurz ha affermato che “l’esperienza dimostra che il primo passo per eliminare le armi di distruzione di massa è quello di vietarle attraverso norme giuridicamente vincolanti”.

Ci si aspetta una ferma opposizione da parte degli stati che detengono armi nucleari. Alcuni hanno già spedito le loro “démarches”, istruzioni diplomatiche in cui si chiede ai governi di ritirare l’appoggio ai negoziati. Molti si aspettano che le pressioni continueranno a porte chiuse, durante le consultazioni che si terranno a New York.

I negoziati sul trattato solleveranno alcune questioni molto scomode anche per gli stati che non detengono armi nucleari ma che hanno stretto alleanze con gli stati che invece ne detengono. Alcuni di questi governi hanno già affrontato pressioni interne molto forti dopo essersi opposti ai negoziati per la messa al bando delle armi atomiche. L’Australia, ad esempio, è stata largamente criticata per aver cercato di impedire la formulazione delle raccomandazioni per un trattato di messa al bando delle armi atomiche durante il Working Group dell’ONU che si è svolto di recente a Ginevra. Anche i Paesi Bassi e la Norvegia sono stati ammoniti dalla maggioranza politica dei rispettivi parlamenti nazionali per la loro opposizione al trattato.

“Questa è una svolta epocale negli sforzi globali per liberare il mondo dalle armi atomiche”, ha detto Beatrice Fihn, direttore esecutivo di ICAN. “Un trattato che proibisca le armi nucleari avrebbe un’importanza enorme nell’affermare un rifiuto chiaro e giuridico nei confronti di queste armi da parte della maggioranza della comunità internazionale, e potrebbe dare un nuovo impulso al movimento per il disarmo nucleare anche di fronte alla resistenza dei paesi armati nuclearmente”.

La risoluzione sarà messa ai voti tra fine ottobre e inizio novembre.

tradotto da: http://www.icanw.org/campaign-news/governments-submit-draft-resolution-to-commence-ban-treaty-negotiations/