Giornata ONU per l’abolizione delle armi nucleari.
26/09/2019
Senzatomica e Rete Disarmo: “Italia, ripensaci”
Una iniziativa che si inserisce nel quadro delle azioni verso i parlamentari di tutto il mondo della International Campaing to Abolish Nuclear Weapons (ICAN), di cui le due realtà fanno parte, per rilanciare il “Parliamentary Pledge” a sostegno del Trattato di proibizione delle armi nucleari. “È responsabilità di tutta l’umanità agire per eliminare questa minaccia. Insieme agli Hibakusha – i sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki – crediamo fermamente che l’unico modo per evitare l’uso futuro di queste armi sia di metterle al bando e smantellarle tutte, mettendo in atto un sistema internazionale fondato su strumenti di verifica e controllo internazionali” si legge nella lettera inviata.
Nel Parlamento italiano, durante la XVII legislatura, oltre 240 eletti avevano aderito al Parliamentary Pledge di ICAN. Per rilanciare questo grande sostegno la richiesta ai parlamentari della XVIII legislatura è dunque quella di esplicitare l’adesione a questo testo, nel quale si legge: “Nel nostro ruolo di Parlamentari, ci impegniamo a promuovere la firma e la ratifica di questo Trattato di rilevanza storica da parte dei nostri rispettivi Paesi, poiché consideriamo l’abolizione delle armi nucleari un obiettivo di primaria importanza per il bene dell’umanità e un passo essenziale per garantire la sicurezza e il benessere di tutti i popoli del mondo”.
A livello internazionale, molti Parlamenti e organizzazioni di Parlamentari (tra cui il Parlamento Europeo, l’Unione Inter-Parlamentare, l’Assemblea Parlamentare dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) hanno già approvato risoluzioni a sostegno del TPNW. Il Trattato di Proibizione delle armi nucleari (TPNW), adottato dall’ONU nel luglio 2017, entrerà in vigore dopo la ratifica di 50 Stati. Proprio in occasione della Giornata Internazionale si prevede che circa altri 10 Paesi ratificheranno questa norma internazionale che vieta qualsiasi tipo di assistenza alla produzione o alla fabbricazione di armi nucleari – compreso il finanziamento delle società coinvolte.
In Italia la Giornata Internazionale per la totale eliminazione delle armi nucleari è rilanciata da Rete Disarmo e Senzatomica come parte della mobilitazione “Italia, ripensaci” che intende spingere Governo e Parlamento a modificare la posizione del nostro Paese, attualmente contraria, rispetto al Trattato TPNW. Una posizione che non rispecchia la posizione della maggioranza degli italiani: il più recente sondaggio (aprile 2019) condotto nel nostro Paese dalla campagna ICAN mostra infatti come ben il 70% dei nostri concittadini si sia detto favorevole all’adesione al Trattato ONU (con solo il 16% contrario), mentre il 60% ritiene che si dovrebbero espellere dal nostro territorio le testate nucleari statunitensi attualmente presenti nelle basi di Ghedi ed Aviano (solamente il 21% concorda con il loro mantenimento in Italia).
Senzatomica e Rete Disarmo hanno recentemente sottoscritto una lettera inviata dalla Direttrice di ICAN Beatrice Fihn al Ministro degli Esteri Luigi Di Maio (che ha sottoscritto il Parliamentary Pledge durante la XVII Legislatura) chiedendo un incontro in cui capire come portare l’Italia sulla strada della ratifica del Trattato TPNW. Una richiesta cui fa eco anche l’importante lettera dello stesso tenore inviata dai tre sindacati confederali CGIL-CISL-UIL al Presidente del Consiglio Conte e allo stesso Di Maio per chiedere la firma del Trattato sottolineando come “l’impegno per l’eliminazione della minaccia nucleare è coerente con la nostra storia democratica” e come il “TPNW completa il quadro del diritto internazionale che impegna gli Stati a ottenere un mondo privo di armi nucleari”. Così come è altamente significativa la mozione di adesione alla Giornata internazionale per l’eliminazione totale delle armi nucleari votata all’unanimità dalla Conferenza dei Rettori delle Università italiane nella quale si “auspica la rapida entrata in vigore del Trattato, anche grazie alla ratifica dell’Italia”.
Una importante serie di sforzi che, ci auguriamo, abbiano successo quantomeno nell’aprire un dibattito onesto e profondo sul pericolo delle armi nucleari e sul ruolo positivo che l’Italia potrebbe avere nel metterle fuori dalla storia. Ancora una volta ripetiamo: “Italia, ripensaci”.