riportiamo un articolo di Roberto Del Bianco pubblicato il 12 dicembre 2011 su Peacelink
Contro l’escalation possibile di nuovi conflitti nell’area mediorientale si incontrano ad Ankara i Medici per la prevenzione della guerra nucleare
Si sono incontrati ad Ankara. Un Summit fortemente voluto dai medici di IPPNW – l’Organizzazione mondiale dei medici per la prevenzione della guerra nucleare – in un anno, questo 2011 che va a terminare, di grandi rivolgimenti per tutta l’area mediorientale, oltre che di gravi rischi per la possibile accensione di un conflitto dalle conseguenze drammatiche vista la motivazione alle sue origini, lo sviluppo del nucleare da parte di Teheran.
Giova sottolineare che al meeting di Ankara, tre giorni densi di incontri e confronti e al cui termine è stata redatta una “Dichiarazione” ad ampio respiro, si sono ritrovati insieme rappresentanti di numerose nazioni anche storicamente rivali. Israele, Iran, Stati Uniti, Egitto, Francia, Germania, Olanda, Ungheria e Turchia. Medici e specialisti che, proprio per la loro professione che travalica i confini delle Nazioni e gli stessi conflitti tra esse, da tempo sono aggregati nell’organizzazione “madre” IPPNW. Nel documento si fa appello con forza per una rinuncia alle armi nella risoluzione dei conflitti, a favore della diplomazia e del rispetto del diritto internazionale. Per una responsabilità reale di chi fu firmatario del Trattato per la non proliferazione nucleare (NPT). Per la creazione nel Medio Oriente di una “zona libera da armi di distruzione di massa”, siano esse nucleari, chimiche o batteriologiche.
La Dichiarazione di Ankara (vedi a fine articolo la traduzione) ha puntato l’occhio anche su numerose altre criticità presenti nell’area. Gli immensi problemi di salute pubblica mai risolti per scarsità di risorse e per i conflitti in corso (e con l’appello a che risorse militari vengano riallocate in piani per la sanità). Mentre perfino il “nucleare civile” è stato menzionato, come elemento possibilmente da trasformare in altre fonti energetiche, data la caratteristica altamente sismica del territorio mediorientale, e come Fukushima ha drammaticamente insegnato.
Il documento è quasi contemporaneo a quanto Croce Rossa e Mezzaluna Rossa internazionale hanno redatto, nei giorni scorsi a Ginevra (vedi articolo). Anch’esso un meeting tra rappresentanti di numerose nazioni, anch’esso fortemente sollecitato da IPPNW attraverso molte Sezioni nazionali della Croce Rossa.
Son giorni frenetici di un periodo burrascoso per l’area del Mediterraneo e per l’intero pianeta. Umani di buona volontà combattono con la forza della ragione e della propria competenza per scongiurare le esplosioni di morte che il potere dell’irrazionalità armata può ancora scatenare. Noi tutti auspichiamo insieme a loro che i governanti delle Nazioni sappiano ancora utilizzare essi stessi i semi della ragione, della diplomazia e del diritto internazionale per una coesistenza il più possibile pacifica.
La Dichiarazione di Ankara al Meeting del Gruppo di Lavoro del Medio Oriente dell’IPPNW
Rappresentanti dell’International Physicians for the Prevention of Nuclear War (IPPNW) provenienti da Israele, Iran, Egitto, Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Olanda, Ungheria e Turchia si sono incontrati ad Ankara, in Turchia, dall’8 al 10 dicembre 2011, per affrontare i temi di pace, salute e armi di distruzione di massa nel Medio Oriente.
La regione mediorientale sta attraversando un periodo turbolento. Instabilità politica, conflitti etnici e religiosi, difficoltà economiche e interventi militari esterni hanno un impatto negativo su salute e benessere dei cittadini del Medio Oriente.
Noi professionisti della salute abbiamo la responsabilità di dare una risposta a queste condizioni inaccettabili che hanno provocato grandi sofferenze e perdita di numerose vite umane, e manifestiamo la preoccupazione che i conflitti esistenti possano aggravarsi e sfociare nell’impiego di armi di distruzione di massa.
Noi chiediamo:
1. Il sincero impegno dei governi per una risoluzione pacifica dei conflitti senza ricorrere all’uso della forza; facendo ricorso alla diplomazia e ai regolamenti giuridici internazionali.
2. Che tutti i firmatari dell’NPT ratifichino e si attengano alle proprie responsabilità con decorso immediato.
3. Considerando i rapporti ufficiali sull’esistenza di armi nucleari in Israele e di armi nucleari tattiche della NATO in Turchia, e il timore che l’Iran stia sviluppando le proprie armi nucleari; e presupponendo l’esistenza di armi chimiche e biologiche nei paesi del M.O., i governi dovrebbero dare immediatamente inizio a negoziati per definire una zona franca in M.O. libera da armi di distruzione di massa, includendo le armi nucleari, chimiche e biologiche (Weapons of Mass Destruction Free Zone-Middle East – WMDFZ-ME); e che prendano misure per rafforzare l’entrata in vigore della convenzione sulle armi chimiche (CWC) e biologiche (BWC). Noi chiediamo che tutti i governi inizino immediatamente le negoziati per una convenzione sulle armi nucleari (NWC). E chiediamo che vengano iniziate attività regionali in linea con la Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari (ICAN).
4. Noi ci opponiamo ai piani per la messa in opera di Sistemi Missilistici di Difesa, compresi quelli recentemente installati in Turchia. Devono essere rimossi all’istante poiché tale sistema provoca una escalation del pericolo di una proliferazione nucleare.
5. Chiediamo una stretta adesione alla convenzione sulle mine antiuomo.
6. Si ponga fine alla fornitura di armi leggere, convenzionali e di distruzione di massa (o componenti delle stesse) in tutta la regione.
7. La costruzione di impianti nucleari costituisce una minaccia alla salute pubblica e all’ambiente del M.O., e stimola la proliferazione di armi nucleari. Il M.O. è una zona ad alto rischio sismico. Ricordando le amare lezioni di Fukujima e di incidenti come quello di Chernobyl, chiediamo che vengano immediatamente abbandonati i programmi per la realizzazione di impianti nucleari. Occorre la promozione di energie rinnovabili in alternativa a quella nucleare.
8. Esistono immensi problemi di salute pubblica nelle comunità del M.O., e programmi primari di sanità pubblica hanno risentito di tagli economici e dell’esistenza di conflitti armati. Noi chiediamo che i fondi destinati ai militari vengano immediatamente assegnati alla sanità pubblica.
9. Governi e istituzioni dovrebbero esercitare ogni sforzo per porre fine immediatamente al conflitto israelo-palestinese e a quello arabo-ebraico attraverso negoziati di pace e iniziative, tra cui l’Iniziativa per la Pace Araba.
Tradotto per Peacelink da Daniele Buratti
link fonte: http://www.peacelink.it/conflitti/a/35224.html