L’umanesimo della Via di mezzo

26/01/2002

Riformare la Conferenza sul disarmo
Incoraggiare il disarmo è un importante mezzo per prevenire l’aumento e la diffusione dei conflitti. Negli ultimi anni si è avvertito maggiormente il bisogno di creare un regime di non proliferazione veramente efficace per le armi nucleari, chimiche e biologiche di distruzione di massa, il cui possibile uso da parte dei terroristi è diventato argomento di grave preoccupazione. Fra i mezzi per aprire la strada a un effettivo e totale disarmo, suggerisco caldamente di riformare le regole operative della Conferenza sul disarmo di Ginevra.
Da quando, nel 1960, il comitato dei dieci sul disarmo si trasformò in Conferenza sul disarmo, ha subìto vari cambiamenti di nomenclatura e membri costituenti. Ma complessivamente, in quanto unica organizzazione multilaterale per i negoziati sul disarmo, è servita a raggiungere diverse importanti convenzioni sul disarmo fra cui il Trattato per la non-proliferazione nucleare (NPT), la Convenzione per le armi biologiche (BWC) e la Convenzione sulle armi chimiche (CWC). Tuttavia, dopol’adozione nel 1996 del trattato per la totale messa al bando degli esperimenti (CTBT), la Conferenza non ha prodotto altri risultati concreti e attualmente è incapace persino di concordare un’agenda per la prossima consultazione di negoziati.
Per uscire da questo empasse proporrei un cambiamento della regola del consenso che richiede un accordo unanime fra tutti i partecipanti al negoziato. Questa regola è l’unico tratto distintivo della Conferenza sul disarmo ma allo stesso tempo, poiché attribuisce a ciascun paese la possibilità di esercitare un veto concreto, è il fattore principale se non l’unico che ha condotto a questo punto morto.
L’agosto dello scorso anno il Giappone ha proposto l’introduzione parziale di un voto di maggioranza, per mezzo del quale le questioni procedurali potrebbero essere decise dai due terzi della maggioranza. Se poi si ritiene che votare con “regole di maggioranza” non sia appropriato per decidere questioni sostanziali di sicurezza, si potrebbe considerare l’alternativa del “consenso meno uno” – utilizzato dalla Organizzazione mondiale del commercio (WTO), nel quale il consenso dell’intera assemblea ha maggior valore di un unico voto dissenziente. Se non verranno riformate le procedure con cui opera la Conferenza sul disarmo, essa corre il rischio di diventare irrilevante. Andranno pur prese delle misure che impediscano ai negoziati di arenarsi ancora prima di cominciare! Le procedure che facilitano l’accordo sulle linee generali di fondo dei temi da negoziare, con la riserva di discuterne in seguito i dettagli, si riveleranno di gran lunga più produttive.
Di certo qualsiasi tentativo in questa direzione susciterà obiezioni, perché rappresenta un notevole cambiamento delle regole della Conferenza. Ma è giunto il momento di considerare seriamente tutte quelle riforme che possano restituire la priorità a un progresso concreto verso il disarmo.

Prevenzione del terrorismo nucleare
Ripartire con rinnovata energia nella direzione del disarmo nucleare è di importanza cruciale. In seguito all’11 settembre il timore che i terroristi possano fare uso di armi nucleari si è fatto più concreto. Il premio Nobel (1995) Sir Joseph Rotblat, presidente del Movimento Pugwash, è fra coloro che hanno espresso questa preoccupazione.
L’Agenzia internazionale per l’energia atomica, IAEA, ha adottato una risoluzione che sollecita iniziative concrete per prevenire l’uso illecito del materiale nucleare e proteggere i vari impianti dagli attacchi terroristici. All’ONU è in corso un dibattito sulla messa a punto di un trattato internazionale per la repressione degli atti di terrorismo nucleare. L’opinione pubblica mondiale dovrebbe mobilitarsi affinché questa risoluzione venga adottata il prima possibile.
Ma la minaccia nucleare non è circoscritta al terrorismo. La prevenzione di una nuova diffusione degli armamenti nucleari e la spinta verso ulteriori progressi nel disarmo nucleare sono letteralmente una questione di vita o di morte per l’umanità del XXI secolo. Nel dicembre 2001, gli Stati Uniti e la Russia hanno portato a termine i propri obblighi secondo lo START I (Trattato per la riduzione delle armi strategiche I), riducendo il numero di testate nucleari di seimila unità da ciascuna delle parti. Tuttavia non è stato stabilito alcun piano concreto per un ulteriore disarmo nucleare. Nel 2000, la sesta conferenza per la revisione del Trattato di non proliferazione nucleare (NPT), ha adottato all’unanimità una dichiarazione che comprende un «impegno inequivocabile da parte degli Stati in possesso di armi nucleari di arrivare alla totale eliminazione dei propri arsenali». Tuttavia non è stato possibile raggiungere un accordo sui passi concreti da intraprendere per realizzare questo obiettivo, né è stato stabilito un tempo limite entro il quale l’obiettivo deve essere raggiunto.
Gli sforzi della Coalizione per una Nuova Agenda, iniziativa guidata da un gruppo di sette Stati non nucleari e sostenuta da un rete di ONG, sono stati determinanti per spingere i paesi nucleari ad assumere questo “impegno inequivocabile”. Per continuare a fare progressi dobbiamo rafforzare ulteriormente la rete dell’opinione pubblica globale affinché eserciti pressioni sugli Stati nucleari, inducendoli a tener fede al proprio impegno.
Nel 1957, il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda (1900-58) fece un appello per la proibizione di tutte le armi nucleari. La sua dichiarazione si basava sull’idea buddista di sacralità della vita, secondo la quale le armi nucleari andrebbero condannate come un male assoluto. Ereditando questo spirito, la SGI si è impegnata concretamente per estendere e rafforzare la solidarietà popolare a favore della loro abolizione. Fra le varie iniziative, ricordiamo la mostra internazionale itinerante Armi nucleari: una minaccia per il nostro mondo e il sostegno alla campagna di raccolta di firme Abolition 2000. I membri della SGI sono decisi a proseguire e incrementare gli sforzi verso l’adozione di un trattato per la totale messa al bando di tutti gli armamenti nucleari.

 

tratto da: Daisaku Ikeda “L’umanesimo della Via di mezzo” Proposta di Pace 2002