Come funziona il TPNW
06/07/2022
Armi Illegali
Le armi nucleari sono sempre state immorali. Dal 22 gennaio 2021, con l’entrata in vigore del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari, esse sono anche illegali. Questo storico accordo – adottato dalle Nazioni Unite nel 2017 con il consenso pressoché unanime della comunità internazionale – è il primo trattato applicabile su scala mondiale che mette categoricamente al bando gli strumenti di guerra più distruttivi e disumani che siano mai stati creati. E’ anche il primo trattato che crea una cornice giuridica per eliminare in maniera verificabile e irreversibile le armi nucleari, e per fornire assistenza alle vittime del loro uso o sperimentazione.
Il trattato scaturisce dalla profonda preoccupazione dei governi mondiali per la crescente minaccia che le armi nucleari costituiscono per la sopravvivenza umana, la protezione dell’ambiente, lo sviluppo socioeconomico, l’economia mondiale, la sicurezza alimentare, la salute e il benessere delle generazioni presenti e future. I governi hanno così deciso di collaborare per sovvertire questo pericoloso stato delle cose e chiudere definitivamente l’era delle armi nucleari.
Una nuova norma mondiale
Il Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari rafforza lo stigma contro la detenzione e l’uso delle armi nucleari, rifiutando l’idea che esistano casi in cui siano accettabili. La storia dimostra che mettere al bando certi tipi di armi abbia spianato la strada alla loro completa eliminazione. Le armi, se vietate da un trattato, diventano progressivamente percepite come illegali, perdendo così la loro ragion d’essere politica e insieme a essa le risorse per la loro produzione. Le aziende che le fabbricano trovano sempre più difficile reperire fondi per la produzione di armi illegali, un’attività che mette comunque fortemente a repentaglio la loro reputazione. Tantissime banche e istituti finanziari, adeguandosi alle nuove normative internazionali, hanno già iniziato a disinvestire dalle aziende produttrici di armi nucleari.
Gli oppositori
L’approvazione del TPNW è stata perseguita con forza dai governi e dalla società civile, forti dell’idea che modificare l’assetto giuridico internazionale in tema di armi nucleari avrebbe avuto una profonda influenza anche al di là dei confini dei primi Stati aderenti. Questa convinzione deriva dall’esperienza acquisita con gli altri trattati sulla messa al bando di armi disumane, che hanno stabilito norme potenti, capaci di influenzare la politica e le pratiche degli Stati contrari. Il TPNW è lo strumento più appropriato per stimolare un’azione significativa quanto lungamente attesa in tema di disarmo nucleare.
E’ Nato un Trattato
7 luglio 2017
Il trattato viene adottato alle Nazioni Unite
Dopo quattro settimane di intensi negoziati presso la sede delle Nazioni Unite a New York, viene ratificata l’adozione del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari, con 122 voti a favore – una pietra miliare nella storia dell’uomo.
20 settembre 2017
Il trattato é pronto per la firma
Il Segretario Generale dell’ONU organizza una cerimonia di alto livello per la firma del trattato. Capi di Stato, Primi Ministri e Ministri degli Esteri in rappresentanza di 50 paesi firmano immediatamente il trattato, sancendo il pieno supporto alla nuova legge.
24 ottobre 2020
Il 50° paese ratifica il trattato
L’Honduras diventa il cinquantesimo paese a ratificare il trattato, acconsentendo formalmente a esserne legalmente vincolato. Secondo quanto previsto dal trattato, é stata raggiunta la soglia minima di Stati firmatari affinché lo stesso entri in vigore, e inizia un conto alla rovescia di 90 giorni.
22 gennaio 2021
Il Trattato entra in vigore.
Il trattato diventa una fonte vincolante del diritto internazionale. Per la prima volta nella storia, le armi nucleari sono soggette a un trattato globale di messa al bando senza eccezioni. I Paesi che lo hanno ratificato devono sottostare alle sue prescrizioni.
Attività Proibite
L’articolo 1 del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari vieta una vasta gamma di attività collegate alle armi nucleari. Gli Stati aderenti non dovranno mai sviluppare, testare, produrre, acquisire, accumulare, trasferire, usare o minacciare di usare le armi nucleari. E’ loro vietato altresì di ospitare sul proprio territorio testate nucleari appartenenti a un altro Stato o assistere o incoraggiare chiunque a intraprendere una di queste attività vietate.
Questo articolo del trattato trae ispirazione da alcuni aspetti specifici delle convenzioni sulla messa al bando delle armi chimiche e batteriologiche, delle mine antiuomo e delle bombe a grappolo.
Colmare un vuoto legislativo
Il trattato colma un enorme lacuna del diritto internazionale. Prima della sua entrata in vigore le armi nucleari erano infatti le sole armi di distruzione di massa a non essere soggette a una messa al bando generalizzata, nonostante il danno catastrofico, diffuso e persistente che possono causare.
Il Trattato di Non-Proliferazione del 1968 vieta la produzione ex-novo di ordigni nucleari, ma di fatto non impone alcun divieto generalizzato di uso o di possesso agli stati parti, e i vari trattati per la costituzione di Zone Libere da Armi Nucleari in vigore sin dal 1967 vietano le armi nucleari soltanto all’interno di alcune precise regioni geografiche.
Il Diritto Umanitario
Il Trattato sulla Messa al Bando delle Armi Nucleari si basa sulle nozioni e i principi del diritto umanitario internazionale, il quale sancisce che il diritto degli Stati coinvolti in un conflitto armato a scegliere i metodi e i mezzi da usare in guerra non é illimitato, che le armi usate devono consentire di operare distinzioni tra civili e militari e che le armi che causano danni superflui o sofferenze immotivate sono vietate.
Gli Stati Parti del TPNW non devono mai, in nessun caso:
Sviluppare armi nucleari
E’ fatto loro divieto di fare ricerca, progettazione o qualsiasi altra azione volta alla produzione di armi nucleari.
Testare armi nucleari
E’ fatto loro divieto di effettuare test sulle armi nucleari – siano essi sotto terra, sott’acqua o nell’atmosfera
Produrre armi nucleari
E’ fatto loro divieto di fabbricare armi nucleari, inclusi i loro componenti e mezzi di lancio.
Acquisire armi nucleari
E’ fatto loro divieto di entrare in possesso di armi nucleari con qualsiasi altro mezzo, per esempio tramite un paese terzo
Accumulare armi nucleari
E’ fatto loro divieto di accumulare o detenere armi nucleari (salvo che nelle fasi propedeutiche alla loro eliminazione)
Trasferire armi nucleari
E’ fatto loro divieto di trasferire il possesso o il controllo delle armi nucleari a qualsiasi Paese terzo.
Usare o minacciare l’uso delle armi nucleari
E’ fatto loro divieto di usare o minacciare l’uso delle armi nucleari, sia in tempo di guerra che di pace.
Ospitare armi nucleari
E’ fatto loro divieto di ospitare le armi nucleari di uno Stato terzo entro i propri confini nazionali (salvo che nelle fasi propedeutiche alla loro eliminazione)
Assistere o incoraggiare lo svolgimento di tali attività
E’ fatto loro divieto di assistere, incoraggiare o indurre chiunque, in qualsivoglia modo, a intraprendere una di queste attività vietate.
Eliminazione delle armi nucleari
L’articolo 4 del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari stabilisce un quadro giuridico per l’eliminazione verificata e irreversibile delle armi nucleari e delle strutture a esse associate. Nessun altro accordo multilaterale prevede un simile quadro.
I Paesi che possiedono armi nucleari possono scegliere di eliminare il loro arsenale prima di aderire al Trattato, nel qual caso un’autorità internazionale dovrà verificare questo processo in modo indipendente. In alternativa, possono scegliere di aderire al Trattato e di eliminare le armi seguendo un iter temporale.
Il Trattato prevede anche un sistema per porre fine alla pratica del “nuclear hosting”, per cui un Paese schiera le armi nucleari di un altro Paese sul proprio territorio.
Rapporti
I Paesi devono presentare delle relazioni periodiche sui progressi compiuti nell’attuazione di questi obblighi fino al loro completo adempimento.
Controlli di sicurezza dell’AIEA
Una volta che un Paese ha eliminato le proprie armi nucleari, deve accettare di sottoporsi a rigorose misure di sicurezza da parte dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) per consentire a tale organismo di verificare che le strutture e i materiali nucleari del Paese disarmato non vengano mai più utilizzati per scopi legati alle armi.
I Paesi che possiedono armi nucleari devono:
Rimuovere immediatamente tutte le testate dallo stato operativo e distruggerle il prima possibile (e comunque non oltre una scadenza specificata) in conformità con un piano legalmente vincolante e definito nel tempo per l’eliminazione verificata e irreversibile dei loro programmi nucleari; devono inoltre riferire sui progressi compiuti, e sottoporsi a rigorose ispezioni da parte dell’AIEA.
I Paesi che possedevano armi nucleari devono:
Cooperare con un’autorità internazionale (da designare) per verificare l’eliminazione irreversibile dei loro programmi legati alle armi nucleari; riferire sui progressi compiuti, e sottoporsi a rigorose ispezioni da parte dell’AIEA.
I Paesi che ospitano armi nucleari devono:
Garantire la pronta rimozione di tali armi il prima possibile (e comunque non oltre una scadenza specificata); e riferire sui progressi compiuti.
Assistenza alle vittime
Il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari è il primo accordo internazionale che richiede ai Paesi di assistere le vittime dell’uso e dei test delle armi nucleari. Devono inoltre adottare misure per la bonifica delle aree contaminate dalle radiazioni delle esplosioni nucleari. Questi obblighi sono simili a quelli presenti nei trattati che mettono al bando e cercano di limitare i danni umanitari causati dalle mine antiuomo e dalle bombe a grappolo.
L’assistenza alle vittime delle armi nucleari può assumere molte forme, tra cui cure mediche, riabilitazione e sostegno psicologico. I Paesi devono anche provvedere all’inclusione sociale ed economica delle vittime. Questi obblighi non si applicano solo ai Paesi colpiti da esplosioni nucleari: qualunque Paese in grado di farlo deve fornire assistenza, se richiesta.
Decenni di danni
Le armi nucleari sono state utilizzate due volte in guerra, sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki nel 1945. Circa un quarto di milione di civili sono stati inceneriti all’istante o hanno sofferto morti atroci nelle settimane e nei mesi successivi agli attacchi. Molte altre migliaia di persone sono morte nei sette decenni e mezzo successivi a causa di malattie legate alle radiazioni.
I sopravvissuti, conosciuti in giapponese come “hibakusha”, hanno spesso avuto bisogno di sottoporsi per tutta la vita a trattamenti per gravi ustioni, tumori e altre malattie croniche.
Dal 1945, inoltre, sono state fatte esplodere più di duemila bombe nucleari come parte di programmi di test – sottoterra, sott’acqua e nell’atmosfera – che hanno avuto impatti devastanti a lungo termine sulla salute umana e sull’ambiente. Molti lavoratori dei siti di sperimentazione in varie parti del mondo, così come le comunità che vivono nelle vicinanze o sottovento, sono stati esposti ad alte concentrazioni di gas, sviluppando come conseguenza tumori ed altre malattie. I test atmosferici sono quelli che hanno inflitto i danni maggiori.
Come riconosce il preambolo del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, i test nucleari e le attività correlate hanno avuto un impatto sproporzionato sulle popolazioni indigene, le cui terre, lontane dalle sedi del potere, sono state spesso scelte per questi esperimenti mortali. Anche le donne e i bambini hanno subito il peso delle esplosioni nucleari, essendo più vulnerabili agli effetti nocivi delle radiazioni ionizzanti.
Alcuni Paesi, in cui in passato sono stati condotti esperimenti sulle armi nucleari, hanno già aderito al Trattato e hanno sottolineato l’importanza di soddisfare le esigenze delle vittime.
Coinvolgere tutti i Paesi
Ogni Paese può scegliere di aderire al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari in qualsiasi momento. Con la firma del Trattato, un Paese sta indicando il proprio impegno a diventarne parte nel futuro. Ratificandolo, il Paese acconsente formalmente ad essere legalmente vincolato da esso. La ratifica può essere un processo lungo e di solito richiede l’approvazione del governo nazionale.
Un’adesione in crescita
Il sostegno al Trattato continuerà a crescere nel tempo, man mano che le sue norme diventeranno sempre più radicate e si intensificherà la pressione di conformarsi ad esse. Alcuni Paesi che inizialmente erano riluttanti a salire a bordo – sia perché temevano l’oppressione dei loro alleati, sia perché si aggrappavano all’errata convinzione che le armi nucleari portano sicurezza – alla fine si sentiranno costretti a rivedere la loro posizione, grazie alla crescita del numero di membri del Trattato e alle richieste di azione da parte di un numero sempre maggiore di parlamentari e di cittadini.
Questo è stato il caso anche con altri trattati. Ad esempio, Francia e Cina si opposero al Trattato di non proliferazione quando fu negoziato nel 1968, ma decisero di aderirvi decenni dopo. Il mondo sta cambiando rapidamente e i leader di oggi non resteranno al potere per sempre.
Promuovere l’adesione
I Paesi che hanno aderito al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari sono tenuti, ai sensi dell’articolo 12, a incoraggiare tutti gli altri Paesi ad aderirvi, con l’obiettivo di realizzare “l’adesione universale”.
Possono farlo in molti modi, ad esempio rilasciando dichiarazioni a sostegno del Trattato alle Nazioni Unite, sollevando la questione nei loro rapporti bilaterali con altri Paesi o ospitando seminari regionali.
Perché aderire al Trattato
– Le armi nucleari infliggono devastazioni e sofferenze su vasta scala, minacciando la sopravvivenza stessa dell’umanità. Il loro uso non può mai essere giustificato. L’adesione al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari è un passo che ogni Paese può – e deve – compiere per contribuire alla loro eliminazione a livello globale.
– Il mantenimento di diverse migliaia di testate nucleari in tutto il mondo mina la sicurezza di ogni Paese. Un momento di panico o di disattenzione, un ego ferito o un malinteso, un malfunzionamento del computer o un attacco informatico potrebbero troppo facilmente portare alla catastrofe.
– Le armi nucleari non hanno alcun legittimo scopo militare o strategico. Il Trattato per la messa al bando delle armi nucleari offre la migliore speranza di avvicinarci rapidamente a un mondo definitivamente libero da questa minaccia.
– La maggior parte dei Paesi ha già aderito a trattati che vietano altre categorie di armi inaccettabili, tra cui le armi chimiche e biologiche, le mine antiuomo e le munizioni a grappolo. L’adesione al Trattato per la messa al bando delle armi nucleari – che sono di gran lunga le più distruttive di tutte le armi – è un passo successivo logico e necessario.
– Il Trattato fornisce una base legale essenziale per eliminare in modo verificabile le scorte di armi nucleari e assistere le vittime del loro uso e dei loro test.
– I Paesi che hanno già aderito al Trattato sono in una posizione più forte nell’insistere affinché altri Paesi rispettino i loro obblighi di non proliferazione e disarmo. L’adesione al Trattato invia
un chiaro segnale che l’acquisizione o il mantenimento indefinito di armi nucleari è inaccettabile. Contribuisce a stigmatizzare le armi e a fare pressione sui Paesi affinché le eliminino rapidamente.
– Il Trattato non impone a nessun Paese di ritirarsi da un’alleanza militare esistente. Ma tutti i Paesi che hanno aderito devono assicurarsi di non assistere o incoraggiare in alcun modo i loro alleati a prendere parte in attività vietate dal Trattato.
– La stragrande maggioranza dei Paesi del mondo ha espresso il proprio sostegno per questo storico Trattato, che costituisce la base per costruire un mondo più sicuro per tutti. Aderendovi, il vostro Paese si porrà dalla parte giusta della storia, dalla parte giusta della legge e dalla parte giusta dell’umanità.