Let’s be realists!

16/02/2020

“Let’s be realists” (in italiano “Siamo realisti”) è una raccolta di 11 risposte alle domande e ai luoghi comuni più diffusi sulle armi nucleari, realizzata nel 2020 dalla Campagna Internazionale per l’abolizone delle armi nucleari (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons, ICAN), vincitrice del Premio Nobel per la pace nel 2017. Ne presentiamo la versione tradotta in italiano a cura del Comitato Senzatomica (qui il link alla versione originale).

 

1. “Le armi nucleari funzionano da deterrente contro la guerra, ci tengono al sicuro.”

Si sente spesso affermare che le armi nucleari scoraggiano la guerra, preservano la “stabilità strategica” o “ci tengono al sicuro.”[1] Ma non ci sono prove di questo al di là della mera correlazione tra l’esistenza delle armi nucleari ed il fatto che non sia (ancora) scoppiata una terza guerra mondiale. Vi sono però stati episodi di aggressione nei confronti di paesi che detengono armi nucleari.

Per esempio, nel 1982 l’Argentina invase le Isole Falkland, territorio britannico d’oltremare. Un arsenale fatto di migliaia di armi nucleari non ha protetto gli Stati Uniti contro il tragico attacco terroristico dell’11 settembre 2001, né ha dissuaso i terroristi dall’attaccare. È perciò ingenuo e irrealistico aspettarsi che le armi nucleari dissuadano o difendano da qualsiasi aggressione.

Inoltre, se le armi nucleari fungessero realmente da deterrenti contro la guerra o proteggessero le persone, perché gli stati armati non dovrebbero incoraggiare più paesi ad acquisirle?

Al contrario, molti governi sanno che le armi sono pericolose, destabilizzanti, indiscriminate e potenzialmente catastrofiche.

Nel 1968 centonovantuno paesi hanno aderito al Trattato di non Proliferazione Nucleare (TNP), che proibisce l’acquisizione di armi nucleari.[2] Gli Stati Uniti, la Russia, la Cina, la Francia ed il Regno Unito hanno accettato un impegno legale per negoziare il disarmo (articolo VI del TNP) in cambio dell’accettazione da parte di quasi tutti gli altri paesi a non acquisire mai armi nucleari.

Le armi nucleari non mantengono al sicuro nessuno; esse minacciano di danneggiare enormemente e indiscriminatamente milioni di persone.[3]

 

2. “Nessun paese utilizzerà mai davvero le armi nucleari – sono solo per deterrenza.”

La teoria della deterrenza nucleare sostiene che la minaccia dell’uso di armi nucleari sia credibile ed efficace. Per questa ragione, nel 2017, oltre un migliaio di armi nucleari sono state dispiegate in stato di massima allerta.[4]

Siamo a conoscenza di un numero preoccupante di incidenti o mancate catastrofi dal 1945 ad ora; presumibilmente, ve ne sono stati anche molti altri che rimangono segreti.[5] La storia dimostra che i conflitti possono intensificarsi rapidamente e imprevedibilmente, che i leader delle nazioni non sempre agiscono in modo razionale o prudente, che le comunicazioni possono mal funzionare e che tensioni elevate tendono ad amplificare i malintesi.[6] Alla deterrenza è spesso dato il merito di non utilizzo per il lungo periodo delle armi nucleari, ma in gran parte esso è dovuto esclusivamente alla fortuna – che non possiamo aspettarci duri per sempre.[7]

Il rischio che vengano utilizzate armi nucleari, indipendentemente che questo avvenga deliberatamente, accidentalmente o per errore di calcolo, è reale. Potrebbe letteralmente succedere in qualsiasi momento. Peggio ancora, molti esperti ritengono che il rischio di utilizzo delle armi nucleari stia aumentando, in parte a causa della maggiore velocità di guerra innescata dall’uso esteso dell’intelligenza artificiale da parte dei militari.[8],[9] A meno che le armi nucleari non vengano eliminate, prima o poi ne verrà fatto uso– e le conseguenze saranno catastrofiche.

 

3. “Il genio è fuori dalla lampada. Non si possono eliminare le armi nucleari se il know-how tecnologico per creare armi nucleari esiste ancora. “

Se il genio è fuori dalla lampada e il know-how tecnologico per creare armi nucleari esiste, perché solo nove paesi possiedono le armi nucleari? Molti paesi potrebbero fabbricare armi nucleari ma si sono impegnati a non farlo – e la non conversione dei materiali nucleari usati per l’energia nucleare in armi è monitorata da un efficace sistema internazionale di misure di sicurezza gestito dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA).[10] Questo sistema potrebbe essere adattato ed esteso a tutti i paesi quando i possesso di armi nucleari sceglieranno di disarmarsi.

Più in generale, la tecnologia pericolosa può essere ed è già stata tenuta sotto controllo con successo. Le armi chimiche e biologiche sono state dichiarate illegali, cosi come le mine antiuomo, le bombe a grappolo e i laser accecanti. Prodotti chimici industriali utili ed economicamente importanti, che si sono rivelati pericolosi per la salute o per l’ambiente, sono stati banditi ed il loro uso è stato interrotto in tutto il mondo. È del tutto possibile e le armi nucleari non sono diverse. Non nascondono alcun potere magico.

 

4. “Nessuna nazione rinuncerà al proprio arsenale nucleare fino a quando ci saranno altri paesi che lo mantengono.”

Ogni paese possessore di un arsenale nucleare dovrebbe smantellarlo perché il suo utilizzo avrebbe delle conseguenze catastrofiche a livello umanitario; da questa prospettiva, la deterrenza da parte di altre nazioni è assolutamente irrilevante. Così come un governo non direbbe mai “perché abolire la schiavitù e la tortura se ancora vengono praticate in altri paesi?”, allo stesso modo non dovrebbe insistere nel voler possedere la facoltà di causare un numero incalcolabile di vittime, oltre a grossi danni ambientali, solo perché una manciata di altri paesi mantengono questa stessa capacità.

Solo 9 paesi al mondo detengono ancora armi nucleari, mentre una trentina di altre nazioni dicono di dipendere da questi grazie ad alleanze militari. Ciò significa che oltre 150 paesi hanno deciso che possono garantire la propria sicurezza nazionale senza bisogno delle armi nucleari,  nonostante altre nazioni le detengano. [11]

Il Kazakistan, il Sud Africa e l’Ucraina una volta possedevano armi nucleari ma hanno deciso di eliminarle. Il Brasile, la Svezia e la Svizzera erano tra le tante nazioni che avevano cominciato a costruire il proprio arsenale ma hanno deciso di non continuare.

Non esiste nessuna minaccia speciale od unica al punto da legittimare i paesi nucleari ed i loro alleati a mantenere il proprio arsenale.

 

5. “Rinunciare alle armi nucleari funzionerebbe solo nelle democrazie. I regimi autoritari non aderiranno mai ad un trattato che vieta le armi nucleari .”

Come precedentemente spiegato, è un’illusione ritenere che le armi nucleari forniscano sicurezza per qualsiasi paese, sia esso una democrazia o un regime autoritario. Indipendentemente dalla forma di governo che caratterizza un paese, le armi nucleari rappresentano un pericolo per la sicurezza e al tempo stesso non garantiscono alcuna protezione da quelle che sono le minacce moderne, come attacchi informatici o cambiamenti climatici. Tutti i paesi hanno poco da perdere (e molto da guadagnare, in termini di risorse) rinunciando alle armi nucleari.

Se da un lato esistono buoni motivi per rinunciare alle armi nucleari indipendentemente da ciò che fanno gli altri, i paesi potrebbero decidere di disarmarsi insieme. Cinque stati in possesso di armi nucleari hanno già accettato un impegno legale a proseguire i negoziati sul disarmo nell’ambito del TNP. Per esempio, due o più paesi possono aderire insieme al trattato per la messa al bando delle armi nucleari (TPNW) e negoziare congiuntamente il piano di disarmo richiesto nell’articolo 4. Benché possa essere una sfida, non c’è niente di unico o particolarmente speciale in questo compito; è questione di allineare interessi e incentivi: il pane e il burro della diplomazia multilaterale.

Tutti gli stati nucleari, siano essi democratici o autoritari, opteranno per il disarmo quando comprenderanno che farlo è nel loro interesse nazionale. Lo scopo di ICAN (e del TNPW) è di influire su questa presa di coscienza; un modo per farlo è tramite la pressione pubblica, altri sono la diplomazia multiculturale e la costruzione di nuove norme globali. Tutti gli strumenti, i canali e gli attori hanno un ruolo da svolgere.

 

6. “Rinunciare alle armi nucleari significa acquisire più armi convenzionali e quindi aumentare la spesa militare.”

Tutti e nove gli stati nucleari hanno già grandi, formidabili e costose forze militari convenzionali, quindi non c’è alcuna prova che il possesso di armi nucleari li dissuada dall’investire in capacità militari convenzionali. Non c’è alcun ruolo magico che le armi nucleari giocano “in difesa” di questi paesi. Se scegliessero il disarmo, essi potrebbero garantire la loro sicurezza allo stesso modo di altri stati.

Non ci sono prove che questo costerebbe di più; date le enormi quantità che gli stati nucleari spendono per i loro arsenali, è anzi ragionevole credere che i costi si ridurrebbero di molto.[12] Inoltre non c’è bisogno che un’arma alternativa prenda il posto di quelle nucleari. Le armi nucleari hanno conseguenze umanitarie catastrofiche e tutti gli stati che ne sono dotati farebbero bene a sbarazzarsene.

 

7. “Non sapremo mai se uno stato ha veramente eliminato le armi nucleari, alcuni stati ne nasconderanno qualcuna per poi usarla successivamente.”

Come potremo sapere se, per esempio, la Francia o il Pakistan avranno realmente eliminato le armi nucleari e non ne abbiano segretamente tenuta qualcuna? Nello stesso modo in cui sappiamo che l’Iran, il Brasile, il Sud Africa, il Giappone e oltre 180 stati non posseggono nessuna arma nucleare: con ispezioni regolari e attraverso il controllo di tutto il materiale fissile, tramite il sistema di sicurezza dell’IAEA. Questo sistema ha mantenuto con successo le armi nucleari fuori dalle mani di molti paesi per oltre cinquant’anni. Non c’è ragione di pensare che questo non possa funzionare per i nove stati rimanenti, una volta che decideranno di eliminare le loro armi nucleari.

E il processo di verifica dell’effettiva eliminazione delle armi nucleari non è difficile come potrebbe sembrare. Scienziati esperti e indipendenti hanno tracciato tecniche credibili e accurate su come i paesi detentori di armi nucleari possono disarmarsi in modo verificabile e affidabile.[13]

 

8. “Un trattato che mette al bando le armi nucleari non ha importanza se i paesi che le posseggono non lo hanno firmato né ratificato. È inutile spingere per il disarmo in un contesto dove non sono presenti stati nucleari.”

Paradossalmente, la miglior risposta su che impatto avrà un divieto sulle armi nucleari proviene proprio dagli stati nucleari. Dall’inizio si sono opposti con forza al TPNW; tutt’ora stanno facendo pressione a paesi in tutto il mondo per far sì che non firmino il trattato e hanno persino insistito con il Papa a non dichiararsi contrario alle armi nucleari.[14]

Perché? Perché dovrebbero interessarsi a un trattato che, per usare le parole dell’ambasciatore statunitense, “non farà diminuire gli arsenali nucleari nemmeno di una singola arma”?[15]  La risposta è che nonostante le loro pubbliche affermazioni sull’inefficacia del TPNW, fin dall’inizio avevano capito il profondo impatto che questo trattato avrebbe avuto. Avevano compreso che il TPNW avrebbe delegittimizzato e stigmatizzato le armi nucleari, aumentando le pressioni nazionali e internazionali per la loro eliminazione, limitando gli investimenti nella loro produzione e manutenzione e, forse la cosa peggiore di tutte, avrebbero fatto diventare il disarmo nucleare una responsabilità umanitaria globale, condivisa da tutti i paesi, invece che una preoccupazione esclusiva e strategica di un ristretto gruppo di possessori di armi nucleari.

Perciò abbiamo questo bizzarro spettacolo in cui gli stati nucleari cercano di convincere gli altri stati che il TPNW non avrà alcun effetto e che, allo stesso tempo, sarà altamente pericoloso e destabilizzante. Gli Stati Uniti hanno riferito alle Nazioni Unite che la proibizione delle armi nucleari “rischierebbe di creare un ambiente di sicurezza molto instabile, dove percezioni errate o errori di calcolo potrebbero aggravare le crisi con conseguenze impreviste e mai volute, non escludendo l’uso stesso delle armi nucleari.”[16]  La Russia ha affermato che il TPNW “rischierà di far precipitare il mondo nel caos e in uno stato di pericolosa imprevedibilità.”[17]

Nonostante questo, nell’ottobre 2016 gli Stati Uniti inviarono un memo ai loro partner della NATO, spiegando che cosa pensassero veramente del TPNW: tra le altre cose, questo trattato “potrebbe influenzare sia stati membri che stati non-membri, e persino avere un impatto prima ancora della sua entrata in vigore”, “potrebbe rendere impossibile la pianificazione o formazione riguardo il nucleare… o il trasporto di materiale nucleare o legato al nucleare sia via mare che via aerea” e “potrebbe  – essere stato progettato da sostenitori della proibizione per – distruggere le fondamenta della prolungata deterrenza nucleare statunitense”.[18]   Ed eccola qui: la ragione per cui il TPNW è importante, brevemente spiegata da uno stato nucleare.

 

9. “Il complesso militare-industriale e l’industria militare impediranno ogni tipo di avanzamento verso il disarmo nucleare. È irrealistico aspettarsi di poter superare tali interessi di potere economico.”

Ci sono infatti motivi economici e commerciali che remano contro il disarmo nucleare. Le armi nucleari sono un grande business! È naturale che le persone che rischiano di perdere soldi se gli arsenali nucleari fossero ridotti o smantellati si oppongano a qualsiasi decisione che spinga in quella direzione. La stessa sfida si presenta anche in molte cause sociali e ambientali. Ma gli interessi economici elitari possono essere superati.

Proibire le armi nucleari in base al diritto internazionale è un fattore chiave per convincere le banche, gli istituti finanziari e altri investitori a disinvestire da organizzazioni coinvolte nella produzione o manutenzione delle armi nucleari. Ricerche attuate ogni anno dimostrano che un numero di istituti finanziari ha già scelto di disinvestire dalle armi nucleari.[19]

I principi umanitari e la legge umanitaria internazionale su cui si basa il TPNW, così come il suo mettere in evidenza gli effetti catastrofici di qualsiasi uso delle armi nucleari, contribuiscono inoltre a contrastare le discussioni economiche relative alle armi nucleari.

Tutti i politici vorrebbero mantenere posti di lavoro e accrescere la prosperità economica (o almeno dicono di volerlo fare), ma difendere la produzione di strumenti di uccisione di massa e di distruzione indiscriminata perché crea posti di lavoro o è impulso per la crescita economica regionale sembrerebbe piuttosto una grottesca perversione di un governo responsabile. Molte società ed enti troveranno che gli effetti stigmatizzanti del TPNW saranno un fardello indesiderato e sgradevole per la loro immagine pubblica, e alla fine prenderanno le distanze da qualsiasi affare legato alle armi nucleari. La crescita della consapevolezza dell’opinione pubblica e le campagne di boicottaggio da parte dei consumatori possono accelerare questo processo.

 

10. “Il Trattato di non proliferazione (TNP) e il Trattato sulla messa al bando al bando totale degli esperimenti nucleari (CTBT) sono i trattati principali per perseguire il disarmo nucleare. Dovremmo concentrarci su questi due trattati dato che il TPNW rischia di indebolire entrambi.”

È importante comprendere che il TPNW non è un’alternativa o un sostituto del TNP, del CTBT o di altri trattati e metodi. È un’aggiunta. È inteso come un’integrazione per “colmare il divario” dal punto di vista giuridico e prendere una posizione chiara nella varietà di strumenti e processi necessari per il disarmo nucleare.

Il TPNW riconferma nel suo preambolo “che l’implemento effettivo del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, il quale rappresenta il fondamento del disarmo nucleare e del regime di non proliferazione, ha un ruolo fondamentale nel promuovere la sicurezza e la pace a livello internazionale” e riconosce “la fondamentale importanza del Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari e il suo regime di verifica come elemento cardine per il disarmo nucleare e il regime della non proliferazione.”[20]

Contrariamente alle opposizioni non comprovate da parte degli oppositori al TPNW, questo trattato non mina la salvaguardia del TNP, né di nessun’altra cosa.[21]  Gli Stati Parte considerano questo Trattato come strumento per rendere effettivi i loro obblighi nei confronti dell’articolo VI del TNP.  Le misure di salvaguardia adottate dal TPNW sono solide tanto quanto quelle del TNP, e per certi aspetti anche di più.[22]

Essere uno Stato Parte del TPNW non blocca i paesi dal collaborare con altri per rendere effettivo il TNP o dal far entrare il vigore il CTBT. Né tantomeno ostacola i paesi nel puntare a un trattato per la regolamentazione del materiale fissile, a misure per la riduzione del rischio nucleare, all’esercizio di verifiche, a un equilibrio internazionale più stabile o a un qualunque altro passo che può contribuire al progresso del disarmo nucleare. Infatti, i principali negoziatori del TPNW sono impegnati attivamente nell’attuare questi passaggi complementari a realizzare il disarmo.

È importante notare che sono gli stati nucleari, e non i sostenitori del TPNW, che stanno ostacolando l’entrata in vigore del CTBT, bloccando l’inizio delle negoziazioni sul trattato per la regolamentazione del materiale fissile in occasione della Conferenza sul disarmo, rifiutandosi di discutere le misure per ridurre lo stato di allerta delle testate nucleari o ritirandosi dai trattati sul controllo delle armi nucleari.

 

11. “E in merito ai terroristi? Il vostro approccio non dice nulla riguardo ai gruppi terroristici che entrano in possesso di armi nucleari.”

È estremamente difficile costruire un’arma nucleare da zero.[23]  Uno dei modi che ha un gruppo terroristico di entrare in possesso di un’arma nucleare è quello di ottenere o dei componenti chiave o una testata completa da uno Stato nucleare. Meno sono gli stati in possesso di armi nucleari e meno le armi nucleari che possiedono, più difficile diventa per i gruppi terroristici acquisire un’arma nucleare. Il giorno in cui tutte le armi nucleari saranno totalmente proibite e abolite, e tutti gli Stati saranno soggetti alle misure di salvaguardia della IAEA, sarà praticamente impossibile per un gruppo terrorista dotarsi di un’arma nucleare. Accettare la detenzione continua di armi nucleari da parte di alcuni stati significa accettare un rischio più alto di terrorismo nucleare.

 

Su ICAN e sull’autore

La Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari (ICAN) è una campagna internazionale che mira a mobilitare le persone in tutti i paesi affinchè ispirino, persuadino e spingano i loro governi a firmare e ratificare il Trattato per la messa al bando delle armi nucleari. ICAN include più di 500 organizzazioni partner in oltre 100 paesi. Per maggiori informazioni consultare il sito www.icanw.org.

L’autore principale, Richard Lennane, ha una lunga esperienza nell’ambito del disarmo e controllo delle armi in veste di diplomatico australiano, di ufficiale delle Nazioni Unite e di attivista per organizzazioni non governative (ONG). Richard ha lavorato nell’Ufficio per il Disarmo delle Nazioni Unite dal 2001 al 2013 ed è stato a capo dell’Unità di supporto all’attuazione della  Convenzione sulle armi biologiche dalla sua creazione nel 2007. Dal 2014 al 2016 ha guidato la provocatoria e controversa ONG “Wildfire” e dal 2016 al 2020 è stato Direttore Esecutivo della Piattaforma per il Disarmo di Ginevra.

 

Sul Trattato per la messa al bando delle armi nucleari (TPNW) delle Nazioni Unite

Il 7 luglio 2017, dopo un decennio di attivismo portato avanti da ICAN e le organizzazioni sue partner, la stragrande maggioranza delle nazioni del mondo ha adottato uno storico accordo internazionale per eliminare le armi nucleari, conosciuto ufficialmente come il Trattato per la messa al bando delle armi nucleari (TPNW).

Il TPNW proibisce alle nazioni di sviluppare, testare, produrre, fabbricare, trasportare, possedere, possedere riserve di armi nucleari, usare o minacciare l’utilizzo delle armi nucleari, o permettere che le armi nucleari siano dislocate nei loro territori. Proibisce inoltre di assistere, incoraggiare o indurre chiunque nell’intraprendere queste attività.

Una nazione che possiede armi nucleari può entrare a far parte del trattato fintantoché accetti di distruggerle in conformità a un piano giuridicamente vincolante e con scadenza. Similmente, una nazione che ospita testate nucleari per conto di un altro stato nel suo territorio può entrare a far parte del trattato fintantoché concordi nel rimuoverle entro una specifica data di scadenza.

Gli stati sono obbligati a fornire assistenza a tutte le vittime dell’uso e delle sperimentazioni delle armi nucleari e di prendere misure per la bonifica dell’ambiente contaminato. Il preambolo riconosce il male causato dalle armi nucleari, incluso l’impatto sproporzionato subìto dalle donne e bambine e dalle popolazioni indigene in tutto il mondo.

Il TPNW entrerà in vigore quando 50 stati lo avranno ratificato o avranno aderito ad esso.

 

 

 

 

Note

[1] Jens Stoltenberg, “Germany’s support for nuclear sharing is vital to protect peace and freedom,” 11 May 2020, https://www.nato.int/cps/en/natohq/opinions_175663.htm.

[2] United Nations, Treaty on the Non-Proliferation of Nuclear Weapons, https://www.un.org/disarmament/wmd/nuclear/npt/.

[3] International Campaign to Abolish Nuclear Weapons, “Catastrophic Harm” https://www.icanw.org/catastrophic_harm.

[4] Hans Kristensen, “Alert Status of Nuclear Weapons,” Federation of American Scientists, April 2017 https://fas.org/wp-content/uploads/2014/05/Brief2017_GWU_2s.pdf.

[5] Patricia Lewis, Heather Williams, Benoît Pelopidas and Sasan Aghlani, Too Close for Comfort: Cases of Near Nuclear  Use and Options for Policy, Chatham House, 28 April 2014 https://www.chathamhouse.org/publications/papers/view/199200.

[6] The Cuban Missile Crisis is a classic example of conflict escalation: https://www.history.com/topics/cold-war/cuban-missile-crisis.

[7] Benoît Pelopidas, “The unbearable lightness of luck: Three sources of overconfidence in the manageability of nuclear crises” European Journal of International Security, 30 May 2017, DOI: https://doi.org/10.1017/eis.2017.6.

[8] Science and Security Board, “Closer than ever: It is 100 seconds to midnight,” Bulletin of the Atomic Scientists, 23 January 2020, https://thebulletin.org/doomsday-clock/current-time/#full-statement.

[9] International Campaign to Abolish Nuclear Weapons, “Briefing: Emerging technologies and nuclear weapon risks,” 28 January 2020, https://www.icanw.org/briefing_emerging_technologies_and_nuclear_weapon_risks.

[10] Learn more about IAEA safeguards: https://www.iaea.org/topics/basics-of-iaeasafeguards.

[11] Read more about which countries have rejected nuclear weapons here: https://banmonitor.org/tpnw-compliance.

[12] International Campaign to Abolish Nuclear Weapons, Enough is Enough: Global Nuclear Weapons Spending 2019, May 2020, https://www.icanw.org/report_73_billion_nuclear_weapons_spending_2020.

[13] Pavel Podvig, Ryan Snyder and Wilfred Wan, Evidence of absence: Verifying the removal of nuclear weapons, United Nations Institute for Disarmament Research, 2018 https://www.unidir.org/files/publications/pdfs/evidence-of-absence-verifying-theremoval-of-nuclear-weapons-en-722.pdf.

[14] Cécile Chambraud et Nathalie Guibert, “En visite au Japon, le pape François compte se positionner contre l’arme nucléaire,” Le Monde, 22 November 2019, https://www.lemonde.fr/international/article/2019/11/22/le-pape-francois-contre-larme-nucleaire_6020128_3210.html

[15] Tweet by Robert Wood on 11 November 2019, https://twitter.com/USAmbCD/status/1193929451408633858.

[16] Frank Rose, “Opening Statement to the UN General Assembly,” 12 October 2015, https://reachingcriticalwill.org/images/documents/Disarmament-fora/1com/1com15/statements/12October_USA.pdf

[17] See the official record of the UN General Assembly First Committee on 4 October 2016: https://undocs.org/en/A/C.1/71/PV.3

[18] International Campaign to Abolish Nuclear Weapons, “US Pressured NATO States to Vote No to a Ban,” November 2016, https://www.icanw.org/us_pressured_nato_states_to_vote_no_to_a_ban.

[19] See PAX’s Don’t Bank on the Bomb reports for more information: https://www.dontbankonthebomb.com.

[20] United Nations, The Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons, https://www.un.org/disarmament/wmd/nuclear/tpnw/.

[21] For a longer legal analysis of the TPNW and the NPT see: http://intlaw.no/wpcontent/uploads/2018/10/TPNW-Setting-the-record-straight-Oct-2018-WEB.pdf.

[22] For a more detailed examination of safeguards in the TPNW and the NPT, see: https://banmonitor.org/the-history-of-the-tpnw/safeguards-and-verificationunder-the-tpnw.

[23] Antonia Ward, “Is the Threat of Nuclear Terrorism Distracting Attention from More Realistic Threats?” RAND, 27 July 2018 https://www.rand.org/blog/2018/07/isthe-threat-of-nuclear-terrorism-distracting-attention.html.