Esami di maturità, riflessioni sulle armi nucleari

25/06/2024

A pochi giorni dagli scritti di maturità condividiamo una riflessione nata proprio da chi, questi esami, li sta vivendo in prima persona. Tra le tracce della prima prova, infatti, il 17,3 % degli studenti e delle studentesse – secondo una statistica stilata dal Ministero dell’Istruzione e del Merito – ha scelto il brano tratto dal III volume dell’Età contemporanea di Giuseppe Galasso (1929-2018), “Storia d’europa”. L’estratto proposto, partendo dalla definizione di guerra fredda, chiama in causa anche le armi atomiche, arricchendo la riflessione con il concetto di “equilibrio del terrore” e con il tema della proliferazione di queste armi di distruzione di massa. I candidati e le candidate avevano l’obbligo di rispondere ad alcune domande specifiche, utili per attestare la completa comprensione del testo, ma questo non ha impedito loro di dare sfogo alle proprie considerazioni personali. Ne riportiamo alcune.

Riccardo, 18 anni e mezzo, Lazio
Ho scelto questa traccia perché non solo era quella su cui mi sentivo di poter dare il massimo, ma anche quella su cui ero più informato. Infatti, il 19 maggio ho partecipato al Revolution talks di Senzatomica, in cui i temi centrali erano le armi nucleari e il concetto di disarmo.
Nell’estratto dell’esame si parlava tanto della guerra fredda quanto della bomba atomica, due fenomeni strettamente legati tra loro perché durante quel periodo storico gli Stati non si sono attaccati tra loro proprio perché la minaccia della bomba ha fatto da deterrente. Questo clima di terrore o meglio, questo equilibrio del terrore, come viene definito da Galasso, ha giocato un ruolo determinante nella guerra. Nel rispondere ad una delle domande proposte nel testo ho cercato di evidenziare come il terrorismo non possa essere scelto per mantenere la pace perché un conflitto atomico graverrebbe sull’essere umano riportandoci all’età della pietra, o peggio. L’approccio che secondo me si dovrebbe utilizzare è quello del disarmo, della diplomazia, anche perché, come diceva Dostoevskij con l’esempio della pistola nel libro, se esiste una bomba atomica esiste perché prima o poi deve esplodere. Ancora oggi persiste questo terrore dell’atomica perché diversi Stati utilizzano ancora il meccanismo della deterrenza, un approccio sicuramente non sano, che mette a rischio la vita di ogni essere umano. Altro tema affrontato è quello della proliferazione di queste armi, ad oggi possedute da molti Paesi, alcuni dei quali veramente poco inclini al dialogo. Proprio per questo è fondamentale iniziare a sensibilizzare le persone sull’argomento, far capire la pericolosità dell’atomica e fornire informazioni corrette affinché ci sia più consapevolezza. Se non avessi partecipato al Revolution talks anche io sarei ignaro su alcuni aspetti. Invece la nostra generazione dovrebbe padroneggiare questi argomenti perché non possiamo rischiare di non avere più un futuro.

Sara, 18 anni, Abruzzo
Dopo aver letto tutte le tracce ho scelto di affrontare quella sulle armi nucleari che è quella che mi è rimasta più impressa. Nonostante la paura di dover affrontare un argomento storico ho pensato potesse essere comunque una buona occasione per lanciare un messaggio di pace. Infatti, dal momento in cui ho letto la traccia il mio pensiero è andato subito alla mostra ‘Senzatomica’. Visitarla mi ha permesso di scoprire e approfondire tanti aspetti, ma anche di riflettere sul ruolo dell’informazione. Mi ha, di conseguenza, liberata proprio dal timore di parlare alle persone di questi temi perché mi ha lasciato un grande senso di speranza. Per questo motivo, oltre a sviluppare la traccia analizzando il pericolo delle armi in sé, ho anche deciso di condividere l’aspetto del disarmo interiore. Tra l’altro, secondo me, l’estratto nascondeva tra le righe una denuncia perché ad un certo punto parla di responsabilità di uomini politici e governi sull’uso di queste armi terribili, una sottolineatura che, in un periodo storico come questo, significa tanto, per questo sono rimasta colpita dalla scelta del brano ma estremamente felice di aver avuto così la possibilità di dare il mio contributo su un tema molto attuale.

Oriana, 18 anni, Umbria
Appena ho letto il testo mi sono subito ritrovata nella traccia sentendola mia. Sapevo che avrei potuto scrivere tanto anche perché avevo ancora i ricordi forti, impressi nella mente della mostra ‘Senzatomica’ che ho visitato a marzo. Nel tema, infatti, ho citato un’immagine che ci era stata spiegata durante la visita, relativa al bambino davanti al crematorio. Questo esempio mi è servito per ribadire che non può esistere una pace basata su una minaccia in grado di ridurre i bambini ai minimi termini. Dopo quanto accaduto a Hiroshima e Nagasaki, dopo aver seminato una tale distruzione, dobbiamo anche sentire parlare di pace. È una scelta e in questo senso dobbiamo disarmare noi stessi per primi.