La recente decisione della Russia di rivedere il proprio decreto nucleare ci pone di fronte a un interrogativo fondamentale: vogliamo davvero continuare a basare la nostra sicurezza su una minaccia esistenziale per l’intera umanità?
Questa notizia, se da un lato accende le preoccupazioni da parte di tutto il mondo, dall’altro sottolinea ancora una volta la necessità di un cambiamento profondo, non solo nelle politiche, ma nel modo in cui pensiamo alla pace e alla sicurezza. Non possiamo ignorare il fatto che la deterrenza nucleare, anziché garantire stabilità, alimenta insicurezze e tensioni crescenti proprie di una cultura di guerra.
Per decenni, il mondo ha accettato un paradosso: minacciare la distruzione per evitare conflitti. Ma la logica della deterrenza, oltre a perpetuare il rischio di errori catastrofici, ci impedisce di costruire una sicurezza basata sulla fiducia, sul dialogo e sulla cooperazione. La revisione del decreto russo è un segnale che ci invita a riflettere, non soltanto su “chi” detiene il potere nucleare, ma sul fatto che questo potere esista ancora e che mette a rischio tutti.
Di fronte a queste sfide, il Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW) offre una via d’uscita concreta e morale. È un accordo che non solo vieta queste armi, ma promuove un modello di sicurezza costruito sulla dignità umana, sul rispetto e sulla pace duratura. A differenza di approcci passati, il TPNW non accetta compromessi con la minaccia nucleare: la rifiuta integralmente, riconoscendola come incompatibile con la sopravvivenza, il benessere dell’umanità e del nostro pianeta.
In questo senso, il TPNW non è solo uno strumento giuridico, ma una chiamata alla trasformazione dello spirito umano, un invito a riconsiderare le nostre priorità come comunità globale. È una risposta etica, urgente e necessaria.
Come società civile, abbiamo il compito di promuovere questo cambiamento, chiedendo alle nostre istituzioni di agire con coraggio. L’Italia, come membro della comunità internazionale, ha l’opportunità di essere una voce guida per la pace, scegliendo di ratificare il TPNW. Non si tratta solo di aderire a un trattato, ma di fare una scelta di valore, dimostrando che la sicurezza non passa dalle armi, ma dalla costruzione di relazioni fondate sulla fiducia e sulla cooperazione.
La revisione del decreto russo non deve scoraggiarci, ma rafforzare la nostra determinazione. Questo momento può essere l’occasione per unire le voci di cittadini, istituzioni e comunità in un appello condiviso per un mondo libero da armi nucleari. Non è un’utopia: è un obiettivo possibile, se scegliamo di crederci e di agire insieme.
La strada verso un futuro senza armi nucleari inizia con un cambiamento. Il TPNW è la risposta che l’umanità aspettava.
La dichiarazione finale adottata dai leader del G20 il 19 novembre sancisce il loro impegno “a costruire un mondo giusto e un pianeta sostenibile, dando priorità alla lotta contro le disuguaglianze in tutte le loro dimensioni, senza lasciare indietro nessuno.” Sulla situazione internazionale politica e internazionale, i leader si impegnano a “promuovere l’obiettivo di un mondo libero da armi nucleari e un luogo più sicuro per tutti, e onoreremo i nostri obblighi in tal senso”.