Città di Nagasaki – Dichiarazione di pace – 9 Agosto 2015
15/08/2015
Alle 11:02 del 9 Agosto 1945, la città di Nagasaki venne ridotta in macerie all’istante da una bomba atomica.
Un’ immensa quantità di radiazioni penetrò nei corpi umani e la città fu colpita da inimmaginabili raggi di calore e onde d’urto. Dei 240 mila abitanti della città 74 mila furono uccisi e altri 75 mila feriti. Fu detto che la vegetazione non sarebbe potuta crescere per almeno 70 anni. Invece oggi, qui, la collina di Urakami, che una volta era una rovina, è rigogliosa e verdeggiante. Eppure gli hibakusha, i sopravvissuti alla bomba atomica, continuano a soffrire per gli effetti delle radiazioni e nemmeno per un attimo riescono a dimenticare quel giorno.
La bomba atomica è nata in guerra ed è stata usata in guerra.
Gli hibakusha, che hanno sperimentato sulla loro pelle la terribile potenza distruttiva delle bombe atomiche, sono convinti nel profondo del cuore che le armi nucleari non debbano esistere e che nessuna guerra vada fatta. L’ideale pacifista della Costituzione giapponese nasce da queste dolorose e travagliate esperienze e dall’esame di coscienza sulla guerra. Nel dopoguerra il nostro paese scelse la via di una nazione pacifista. Sia per Nagasaki sia per il Giappone l’ideale della pace che ripudia la guerra resta un principio assoluto.
Oggi, la maggioranza della nazione appartiene alla generazione post-bellica e la società sta perdendo rapidamente i ricordi delle esperienze belliche. Non dobbiamo dimenticare solo le esperienze dei bombardamenti nucleari di Nagasaki e di Hiroshima, ma neanche i raid aerei che distrussero Tokyo e tante altre città, né la battaglia di Okinawa, tanto meno la guerra deplorevole che ha martoriato così tante persone in Asia.
Oggi, passati settant’anni, ciò che ci serve è continuare a tramandarne la memoria.
Chiedo a tutti coloro – sia in Giappone che nel resto del mondo – che hanno vissuto la bomba atomica e la guerra di parlare delle loro esperienze affinché la memoria non si sbiadisca.
Alle generazioni dei giovani, chiedo di fare tesoro dell’amore per la pace di chi vi trasmette questi ricordi senza respingerli come storie del passato, perché potrebbero succedere in futuro anche a voi stessi. Immaginate cosa fareste voi in tali circostanze. E chiedetevi “Cosa posso fare io per la pace?”. La vostra generazione è capace di superare i confini nazionali e di tessere nuovi legami.
Mi rivolgo a tutte le persone del mondo: il potere più grande di realizzare un mondo senza guerre né armi nucleari risiede in ognuno di noi. Ascoltare le storie di guerra, firmare petizioni per l’abolizione delle armi nucleari e visitare le mostre sulla bomba atomica. Tutte queste azioni compiute da singole persone, se messe insieme, possono creare un potere molto più grande. A Nagasaki, le nuove generazioni a cominciare dalla seconda e terza generazione di hibakusha sono all’opera per tramandare il desiderio della pace che hanno ereditato.
La forza di ognuno di noi costituisce la potenza più grande per realizzare un mondo senza guerre né armi nucleari. Il potere della società civile è il potere che muove i governi e il mondo.
A maggio di quest’anno, la Conferenza di Revisione del Trattato di Non-Proliferazione Nucleare (TNP) si è conclusa senza riuscire ad approvare un documento finale. Tuttavia, gli sforzi dei Paesi che cercano di mettere al bando le armi nucleari hanno reso possibile la stesura di un documento finale con qualche passo avanti verso il disarmo.
Faccio appello ai capi degli Stati membri nel TNP:
fate sì che questa conferenza di revisione non sia inutile. Vi prego di continuare a impegnarvi nella costruzione di una struttura legale, come la Convenzione sulle armi nucleari, in ogni occasione, inclusa l’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Alla Conferenza è stata condivisa da molti Paesi l’importanza di visitare Nagasaki e Hiroshima, le città vittime della bomba atomica.
Rinnovo ancora l’appello da Nagasaki.
Mi rivolgo al Presidente Obama, ai capi di Stato a cominciare da quelli degli Stati che detengono le armi nucleari e alle persone di tutto il mondo. Vi prego, venite a Nagasaki e Hiroshima per guardare con i vostri occhi cosa successe esattamente sotto il fungo atomico settant’anni fa. Provate personalmente con i vostri sensi ciò che gli hibakusha si stanno sforzando ancora oggi di trasmetterci non come “vittime” ma come “membri dell’umanità”.
Mi appello al Governo del Giappone.
Studiate misure di sicurezza nazionale non basate sulla deterrenza nucleare. Ciò è possibile attraverso la realizzazione di una zona libera dalle armi nucleari nel Nord-Est Asiatico, come viene proposta dagli studiosi di vari paesi tra gli Stati uniti, Giappone, Corea del Sud e Cina. Vi prego di volgere lo sguardo verso il futuro e prendere in considerazione la conversione da “ombrello nucleare” a “ombrello non nucleare”.
Quest’estate a Nagasaki ha avuto luogo il “Forum Internazionale dei Giovani per la Pace” durante il quale giovani da 122 paesi e aree hanno riflettuto e discusso sulla pace.
A novembre, Nagasaki ospiterà per la prima volta la (ndt 61ª) Conferenza Internazionale Pugwash, nata in risposta all’appello di Albert Einstein, il quale comprese il terribile potenziale delle armi nucleari. In questa conferenza, scienziati provenienti da tutto il mondo discuteranno sul problema delle armi nucleari e lanceranno un messaggio di pace da Nagasaki a tutto il mondo.
“Peace from Nagasaki – Pace da Nagasaki”: tenendo fede a queste parole noi continuiamo a piantare semi di pace.
Nagasaki resterà solidale con le vittime dell’incidente nucleare di Fukushima che dopo più di quattro anni dal grande terremoto del Giappone orientale continuano a soffrirne le conseguenze.
Attualmente nel Parlamento giapponese è in corso un dibattito sul disegno di legge che definirà l’impostazione della sicurezza nazionale. Si è diffusa la preoccupazione e il timore che il giuramento di settant’anni fa e l’ideale pacifista della Costituzione giapponese siano in ballo. Chiedo al Governo e al Parlamento di dare ascolto alle preoccupazioni dei cittadini, di avvalersi di tutta la saggezza e, quindi, di esaminare il caso con la massima prudenza e serietà.
Quest’anno, l’età media degli hibakusha ha superato gli 80 anni. Esigo dal Governo giapponese l’adempimento della sua responsabilità, mentre i sopravvissuti sono ancora in vita, offrendo loro assistenza adeguata ai bisogni reali ed estendendo la definizione della zona di hibaku, area colpita dalla bomba (NdT se le persone si trovavano dentro la zona vengono considerate vittime, quindi, aventi diritto all’assistenza).
Noi, cittadini di Nagasaki, porgiamo le nostre più sentite condoglianze alle persone decedute a causa della bomba atomica e, insieme alla città di Hiroshima, dichiariamo di continuare a usare tutte le nostre forze per creare un mondo senza armi nucleari e per la realizzazione della pace.
Tomihisa Taue
Sindaco di Nagasaki
9 Agosto 2015
(traduzione di Alessja Trama e Yukari Saito)