Senzatomica in Sicilia in ricordo di Danilo Dolci

10/07/2024

Dal 26 al 30 giugno 2024, tra Palermo e Trappeto, si è tenuto Il Festival “Palpitare di nessi” che, nel centenario della nascita di Danilo Dolci, educatore e attivista della nonviolenza, ha mirato a ripercorrere la sua storia e le tematiche a lui più care. In particolare, il 29 giugno i giovani del comitato Senzatomica sono stati invitati ad affrontare una tematica che accomuna il cuore della campagna Senzatomica con il pensiero e l’impegno di Dolci: la necessità del disarmo nucleare.

Location privilegiata del festival è stato Borgo Danilo Dolci, simbolo del modo di intendere la comunità del Gandhi siciliano. Da qui, nel comune di Trappeto, i giovani volontari siciliani sono stati accompagnati alla scoperta della storia di questo luogo, alla cui costruzione collaborarono attivamente esponenti del calibro di Ludovico Quaroni, Carlo Doglio, Bruno Zevi, Edoardo Caracciolo, Giovanni Michelucci, Lamberto Borghi, Paolo SylosLabini, Sergio Steve, Giorgio Fuà, Giovanni Haussmann, Carlo Levi. Intorno alla famosa tavola rotonda del centro non era infrequente che bambini e bambine di Trappeto venissero invitate/i a sedersi, per scoprire solo da grandi di avere conosciuto in tali occasioni famosi autori e pensatori.
In linea con il pensiero di Dolci, anche Senzatomica crede nell’educazione al disarmo e alla capacità dei giovani di realizzare un mondo libero da armi nuclerari. La lunga tradizione di attività rivolte all’impegno per la pace e all’educazione al disarmo nucleare avviata dall’educatore e secondo Presidente della Soka Gakkai Josei Toda e portata avanti dal terzo presidente Daisaku Ikeda, filosofo buddista, costruttore di pace, educatore, scrittore e poeta, hanno contribuito, infatti, alla nascita di Senzatomica nel 2011.

L’evento del 29 giugno scorso ha avuto inizio commemorando la figura di Danilo Dolci attraverso un breve video tratto dal documentario “Dio delle zecche: storia di Danilo Dolci in Sicilia” in cui Dolci raccontava ai bambini gli effetti atroci della bomba atomica mostrando loro una bottiglia di vetro liquefatta, dono di una delegazione di Hiroshima. Proprio Danilo Dolci è stato il primo a portare gli Hibakusha in Sicilia, nel dicembre del 1975 e a organizzare incontri per sensibilizzare il pubblico sui pericoli delle armi nucleari.

 

 

 

Il workshop è proseguito poi con un approfondimento su Senzatomica con una presentazione della campagna e della mostra. Le tematiche della sicurezza umana e del disarmo interiore, attraverso un uso più consapevole del linguaggio, termometro della direzione del nostro cuore, sono state affrontate attraverso diversi momenti interattivi, durante i quali alcuni volontari tra il pubblico sono stati chiamati a riflettere in prima persona, condividere il proprio pensiero, aprendosi alla possibilità di un cambiamento interiore e invitando tutti a una profonda riflessione in tal senso. A seguire, un giovane attore ha commosso profondamente il pubblico con una lettura asciutta e intensa di alcuni componimenti poetici di Danilo Dolci sulle testimonianze degli hibakusha, tratte dalla raccolta poetica “Non sentite l’odore del fumo?”. L’evento si è, dunque, concluso, rimandando all’importanza del singolo di informarsi grazie alle fonti come il sito di Senzatomica e ICAN, e alla possibilità di farsi parte attiva della campagna Italia, ripensaci!, dell’ICAN Cities Appeal e l’ICAN Parliamentary Pledge.

L’invito ricevuto dal Centro per lo Sviluppo Creativo “Danilo Dolci” è stato un’occasione di riscoprire il valore delle reti e delle connessioni, in risonanza sia con il pensiero dello stesso Dolci sia con quello del terzo presidente della Soka Gakkai Daisaku Ikeda, che scelse di concludere la propria Lectio Magistralis inviata in occasione del conferimento della sua laurea honoris causa in Scienze della Comunicazione presso l’Università di Palermo nel 2007 proprio con una citazione di Dolci: “La pace che amiamo e dobbiamo realizzare non è dunque tranquillità, quiete, assenza di sensibilità, evitare i conflitti necessari, assenza di impegno, paura del nuovo, ma capacità di rinnovarsi, costruire, lottare e vincere in modo nuovo: è salute, pienezza di vita (anche se nell’impegno ci si lascia la pelle), modo diverso di esistere”.